Anziani, tra isolamento e quarantena. Il dramma di una generazione debole

Anziani, tra isolamento e quarantena. Il dramma di una generazione debole

L’emergenza sanitaria da Coronavirus sta mettendo a dura prova il Paese e i suoi cittadini. Lo sforzo che tutti sono chiamati ad applicare è grande da tutti i punti di vista: economico, psicologico e fisico.

A rimetterci, come sempre e in questa occasione più di qualsiasi altra, sono gli anziani. Diventate vittime sacrificabili di un’epidemia che pare no avere eguali. “Colpisce soprattutto gli anziani“, ormai questa frase è stata abbondantemente smentita dai fatti, ma all’inizio era uno slogan che serviva quasi a tranquillizzare la gente. Come se attenuasse la gravità della situazione.

L’Italia conta una popolazione longeva e la maggior parte dei cittadini – che sono anche consumatori ma anche contribuenti – sono proprio anziani, over 65. Questo significa che, se proprio dobbiamo trasformare la questione in numeri, se ne va con loro una parte dell’economia del Pese. Nel nostro Paese ormai rappresentano il 22.6% circa della popolazione.

Ma non è solo questo il problema che stanno subendo. Una parte di memoria, di storia dell’Italia è stata spazzata via da questo virus di cui si sa ancora troppo poco. Coloro che hanno partecipato agli eventi che hanno formato l’Italia, che hanno costruito un Paese attraverso lotte e battaglie contro i mali peggiori che hanno attraversato l’Occidente, ci stanno lasciando. Purtroppo lo fanno in maniera lenta e dolorosa e senza poter avere il supporto dei familiari.

E il dramma peggiore che si trovano a vivere è quello dell’isolamento. La lontananza forzata dai propri cari, la necessità di doversi dare da fare, per forza, da soli. Molti degli anziani italiani vivono in casa senza il supporto di nessuno perché non tutti possono permettersi la badante. Uscire per andare a fare la spesa e comprare i beni essenziali, diventa per loro un rischio perché si espongono a un eventuale contagio.

Coloro che invece hanno la possibilità di essere seguiti da una colf o una badante, sono i meno soli. Il servizio offerto da queste figure professionali continua a essere garantito, anche dall’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri del 22 marzo 2020. Coloro che operano in questo settore potranno continuare ad accudire gli anziani.

Infine, ci sono coloro che sono ricoverati nelle strutture sanitarie, affidati alla cure di professionisti. Di certo non soffrono la solitudine e sono in un posto sicuro. Ma anche la solitudine e la lontananza dai parenti più cari si fa sentire. Nella maggior parte di queste strutture le visite sono state interrotte per questione di sicurezza. Le telefonate rimangono l’unico collegamento con il mondo esterno e con i parenti.

Fonte immagine pixabay.com/it/StockSnap