Traffico merci e passeggeri sulla sponda messinese dello Stretto, Massaro: “Chiediamo più restrizioni”

Traffico merci e passeggeri sulla sponda messinese dello Stretto, Massaro: “Chiediamo più restrizioni”

MESSINA – Lo stato di allerta per il Covid19 si fa sentire anche nel litorale di Messina, nel quale sono state varate limitazioni dai ministri dei Trasporti e della Salute per il passaggio delle persone e delle merci. Manovre che hanno generato non poche polemiche, per il timore per la propagazione del virus. I luoghi cardine della mobilità sul litorale sono due, il porto storico in corrispondenza della stazione e quello di Tremestieri, posto nella zona sud della città.

Il segretario nazionale dell’Orsa (Organizzazione Sindacati Autonomi e di Base), Mariano Massaro, illustra la diversa destinazione dei due scali e spiega come gli armatori delle compagnie navali e i proprietari dei tir abbiamo fatto una determinata istanza per percorrere meno chilometri in mare.

“C’è il problema dei treni – afferma Massaro – che vengono traghettati con le navi delle Ferrovie dello Stato e sbarcano nel porto storico. Abbiamo accolto positivamente la loro limitazione, con uno che va da Palermo a Roma e un altro che fa il percorso inverso. Purtroppo però quello che arriva è popolato anche da gente che proviene da regioni a nord di Roma. Al porto storico sbarcano i treni e le navi delle ferrovie, mentre quello periferico di Tremestieri fu aperto dieci anni fa appositamente per i tir, che vi operano assieme a Bluferries e a tutte le navi degli armatori privati. Questi ultimi avevano richiesto di sbarcare nel porto storico perché la navigazione è più breve. Noi però ci siamo opposti perché giungendo in quello di Tremestieri non attraversano la città data la vicinanza dello svincolo autostradale. Sbarcando in quello storico invece lo farebbero e sarebbe controproducente rispetto alle misure di prevenzione emanate sia coi decreti ministeriali che con le ordinanze, sia regionali, che comunali. Secondo noi gli armatori, facendo un tragitto più breve, avrebbero avuto un risparmio di carburante. Avrebbero quindi voluto approfittare per avere un incasso maggiore e una minore perdita. Per fortuna la richiesta è stata respinta”.

La precarietà delle strutture sanitarie che ci sono nella nostra isola è sempre alla base di tutto e un aumento di persone positive sarebbe letale. Le istituzioni adesso sembrano più vicine, ma i controlli devono essere potenziati. Inoltre è da tenere d’occhio anche un altro luogo del litorale, la rada San Francesco, nella quale giungono solo i passeggeri, che hanno lamentato tempi di attesa più lunghi.

“L’Intercity ogni giorno porta un carico di 100-200 passeggeri – conclude Massaro –. Non vogliamo limitare la mobilità, ma le nostre strutture sanitarie non sono adatte per affrontare un contagio come quello del nord Italia. Quando questi passeggeri partono per Messina devono avere la certificazione della loro negatività e il controllo deve essere fatto al punto di partenza con un tampone e con la spiegazione di un valido motivo per il loro approdo in Sicilia. Una volta arrivati magari vengono ricontrollati, ma chiediamo misure ancora più restrittive, che non possono limitarsi alla misurazione della temperatura e all’intervista al passeggero. Il presidente Musumeci adesso si sta muovendo più in linea con le nostre richieste rispetto a quando impedì al sindaco Cateno De Luca di emanare l’ordinanza. Abbiamo mandato diverse lettere, anche al presidente del Consiglio e al Ministero dei Trasporti, ma il governo centrale demanda alla Regione il controllo e questo è sbagliato perché tutto deve partire dallo Stato. La rada San Francesco, nella quale un tempo sbarcavano pure i tir, che a loro volta intasavano la città, è riservata ai passeggeri, che dovrebbero evitare di muoversi se non in caso di necessità”.

Immagine di repertorio