Noi come i deportati, l’Italia come “La Vita è Bella” per vincere il “nemico” Coronavirus

Noi come i deportati, l’Italia come “La Vita è Bella” per vincere il “nemico” Coronavirus

Si vince a mille punti, il primo classificato vince un carro armato vero. Beato lui…“, usava queste parole nella pellicola “La Vita è Bella” il protagonista Guido Orefice, alias Roberto Benigni, mentre traduceva fantasiosamente dal tedesco all’italiano il famoso discorso del soldato nazista ai deportati nel campo di concentramento, tra i quali era presente anche il figlioletto Giosuè.

Uno stratagemma, quello del personaggio interpretato dal futuro Premio Oscar, per indirizzare il bambino al rispetto delle regole di un ipotetico gioco a punti al termine del quale il vincitore sarebbe riuscito ad aggiudicarsi un ambito premio.

Riascoltando quelle parole, ci rendiamo conto come “rispettare le regole” sia l’unica e sola strada per riuscire ad accaparrarsi un trofeo ben più grande di un carro armato, bensì quello del ritorno alla serenità della vita quotidiana.

Proprio i provvedimenti adottati in questi giorni nel nostro Paese per fronteggiare la minaccia del Coronavirus e le continue sollecitazioni di istituzioni ed esperti medici rappresentano un obbligo al quale attenerci.

Nessun passo falso, nessuna contravvenzione ai patti, dunque. Con la speranza e la pazienza del piccolo Giosué, che ha saputo aspettare che fosse finito nascosto all’interno di una cabina dopo l’ultima raccomandazione del padre, siamo chiamati dunque ad attendere che questo “nemico” faccia il suo tempo.

Sarà dura, certamente, ma alla fine di questo irto percorso potremo finalmente tornare alla vita di sempre e gridare “abbiamo vinto!“, proprio come il giovanissimo attore della pellicola.

Fonte immagine Eticamente.net