Uscire di casa ai tempi del Coronavirus: un po’ di chiarezza

Uscire di casa ai tempi del Coronavirus: un po’ di chiarezza

La chiamano infodemia: un eccesso di notizie, vere o false, che rende incapace di capire dove stia la verità. Una nuova parola, creata da uno studioso americano, per farci comprendere quanto sia importante, in un mondo sempre più “liquido”, la diffusione di notizie certe e reali.

E, soprattutto oggi, in una realtà del tutto inedita, quella dell’emergenza da “coronavirus”, e dell’esistenza di un’unica “zona rossa”, con le conseguenze anche penali previste in caso di “violazione”, c’è davvero bisogno di chiarezza.

Il decreto del 9 marzo vieta di uscire solo dal territorio del comune o anche da casa? Posso portare il mio cane al parco? Posso andare dal medico a farmi prescrivere le analisi? A queste e ad altre domande abbiamo provato a rispondere avvalendoci delle fonti ufficiali.

Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020 estende con l’art. 1 tutte le misure emergenziali assunte dal provvedimento governativo di un giorno prima per la Lombardia e le altre province indicate.

Le misure, in sintesi, oltre ad un divieto assoluto di mobilità per chi è risultato positivo al virus o sottoposto alla misura della quarantena, impongono, anche all’interno del territorio di ogni comune, di evitare ogni spostamento da casa, consentito solo se per “comprovate esigenze lavorative” o “situazioni di necessità” ovvero “per motivi di salute”. Attenzione a chi vorrà fare il “furbo”, a discapito della salute altrui!

Ogni volta che si esce da casa, infatti, va compilato un modulo apposito (scaricabile dal sito del Ministero dell’Interno) che va firmato e sarà controfirmato dalla polizia o da chi farà il controllo, e che ricorda esplicitamente anche il rischio – in caso di dichiarazione non veritiera – di incorrere nelle conseguenze penali dell’articolo 495 c.p. (falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri).

In tale modulo bisogna espressamente dichiarare il motivo (“comprovate esigenze lavorative” o “situazioni di necessità” o “motivi di salute”) dello spostamento necessario, e la veridicità della dichiarazione verrà controllata dalle forze dell’ordine.

Gravi le sanzioni penali che si rischiano: oltre a quelle dell’art. 495 c.p. per falsa attestazione, anche l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro, ex art. 650 c.p. per l’inosservanza di un provvedimento di un’autorità. Senza contare le pene che possono essere comminate nel caso di fuga dalla quarantena di un soggetto affetto dal virus, che può configurare il reato di delitto colposo contro la salute pubblica, punibile con la sanzione della reclusione da 1 a 12 anni ex art. 452 c.p.

In un’ottica sempre di salvaguardia della salute pubblica, vanno pure attenzionate le misure igienico-sanitarie, tra cui il “mantenimento, nei contatti sociali della distanza di almeno un metro”: si tratta di misura che va garantita dalle attività di vendita di generi alimentari, di prima necessità o dalle altre individuate anche nel decreto D.P.C.M. 11.3.2020.

La Polizia di Stato ha diffuso sul proprio sito istituzionale una sorta di semplice vademecum da consultare, con un video informativo sul canale youtube oltre a delle apposite schede reperibili all’indirizzo: https://www.poliziadistato.it/articolo/165e67a0b427870927327964/

Vediamo di riassumerlo qui:

Posso muovermi in Italia?
Non si può uscire di casa se non per validi motivi. Le limitazioni agli spostamenti sono le stesse in tutte le Regioni italiane e sono in vigore dal 10 marzo e fino al 3 aprile 2020. Ci saranno controlli da parte delle forze di Polizia.

È previsto il divieto assoluto di uscire di casa per chi è sottoposto a quarantena o risulti positivo al virus. In caso di sintomi da infezione respiratoria o febbre superiore a 37,5 gradi è fortemente raccomandato di rimanere a casa, di rivolgersi al proprio medico e di limitare al massimo il contatto con altre persone.

Posso uscire per motivi di salute?
Solo per comprovati motivi

Posso uscire per lavoro?
Solo per comprovati motivi

Posso uscire per situazioni di necessità?
Solo per comprovate esigenze primarie non rinviabili.

Qualche esempio: fare la spesa per sostentamento (quanto più vicini a casa); evitare gli acquisti superflui; situazioni familiari urgenti (congiunti malati); gestione quotidiana degli animali domestici (esigenze fisiologiche e veterinarie dell’animale); attività sportiva e motoria all’aperto purché a distanza di almeno 1 metro

Posso andare a mangiare dai parenti?
No, perché non è uno spostamento necessario e quindi non rientra tra quelli ammessi.

È consentito fare attività motoria all’aperto?
Lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti.

Che succede a chi non rispetta le limitazioni?
La violazione delle prescrizioni è punita con l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 650 del codice penale sull’inosservanza di un provvedimento di un’autorità.

Ma pene più gravi possono essere comminate per chi adotterà comportamenti, come ad esempio la fuga dalla quarantena per i positivi, che possono configurare il reato di delitto colposo contro la salute pubblica.

Insomma, norme stringenti, è vero, ma che ci ricordano come siamo tutti responsabili della vita nostra e di chi ci sta accanto.

Immagine di repertorio