Coronavirus, l’intervista esclusiva al professor Antonio Mistretta dell’Istituto superiore di sanità di Roma

Coronavirus, l’intervista esclusiva al professor Antonio Mistretta dell’Istituto superiore di sanità di Roma

CATANIA – Oltre dodicimila persone in Italia hanno contratto il Coronavirus e le misure adottate dal Governo Conte per limitare la diffusione del contagio sono sempre più restrittive e limitanti. Sentiamo al telefono da Roma il professore Antonio Mistretta, docente d’Igiene all’Università di Catania e componente della sezione Comunicazione Scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità a Roma e del gruppo di coordinamento del Nuovo Coronavirus.

In questo dialogo cerchiamo di capire come difenderci tra false notizie e comportamenti responsabili da adottare.

L’Italia da nord a sud sta vivendo, forse, uno dei momenti più brutti della storia della Repubblica con la diffusione a macchia d’olio del Coronavirus. Come dobbiamo vivere e contrastare questa crisi?

Il problema va affrontato seriamente, in quanto è un nuovo virus molto contagioso che non si conosce. La popolazione non ha le difese immunitarie per combatterlo, non ha un vaccino con cui proteggersi e in una percentuale relativamente piccola, per fortuna, risulta essere letale. Se i numeri del contagio sono molto alti, come sta accadendo adesso, la percentuale della letalità ovviamente si alza. Non si è capito bene che le misure di limitazione del cosiddetto distanziamento sociale risultano essere il mezzo più efficace per interrompere la catena di contagio. L’atteggiamento di alcuni ragazzi ma anche trentenni e ultra quarantenni che da nord a sud non rinunciano all’apericena come nel caso, ad esempio, delle immagini della spiaggia di Boccadasse di Genova o l’affollamento delle piste da sci, sono sinonimo non solo di poca serietà ma anche di grande irresponsabilità”.

Lei insieme al suo gruppo di lavoro ha preparato il decalogo che è stato diffuso dal Ministero dalla Salute e durante la conferenza stampa del Presidente Giuseppe Conte. Le limitazioni adottate dal Governo, sempre più restrittive, secondo lei, quanto possono essere utili?

Il governo ha dovuto necessariamente adottare queste misure restrittive, perché altrimenti la situazione che stiamo vivendo sarebbe precipitata nel peggiore dei modi. Ci sono delle regole di comportamento necessarie e utili per sé stessi e gli altri, perché non solo si devono lavare spesso e bene le mani ma quando si esce e si toccano delle maniglie è fondamentale lavarsi le mani e disinfettare il più possibile le superfici e stare a distanza gli uni dagli altri. La trasmissione principale avviene per via aerea, attraverso i dropplets, le goccioline che si emettono non soltanto con la tosse ma anche parlando. La vicinanza e il sovraffollamento crea le condizioni migliori per la diffusione. Non bisogna toccarsi mani, occhi e bocca, perché queste semplici regole sono già un buon strumento per difendersi dal contagio”.

Adesso l’OMS ha dichiarato che non si tratta più di un’epidemia ma di una pandemia, ovvero ha esteso l’epidemia e il suo contagio a tutti i continenti del globo. Si deve avere ancora più paura?

La dichiarazione di pandemia a noi non aggiunge molto. Quello che l’Oms puntualizza è che in effetti alcuni Stati hanno fatto poco per arginare la circolazione del virus. Lo stato di pandemia fa sì che l’Oms inviti gli altri paesi ad agire. Il singolo cittadino deve stare ancora più attento e attenersi scrupolosamente alle regole. È necessario non sottovalutare quello che stiamo vivendo e pensare che, indipendentemente dall’età, non si può essere contagiati”.

In questi giorni si è parlato di un possibile antidoto realizzato ad Israele o di alcuni farmaci utilizzati per l’artrite reumatoide che possono velocizzare la guarigione. Quanto possiamo credere a queste notizie?

In Israele ci sono altre regole rispetto alla messa in commercio di un farmaco o di un vaccino. È vero che i laboratori sono molto all’avanguardia, ma i tempi per un nuovo vaccino non sono mai così rapidi, perché prima di essere somministrati alla popolazione devono essere testati. Posso sperare, per tutti noi, che la realizzazione di questo vaccino venga effettuata al più presto ma bisogna essere cauti nel diffondere le notizie per non creare false illusioni. Lo stesso vale per l’utilizzo del farmaco dell’artrite reumatoide. Allo stato attuale non c’è alcuna valutazione scientifica certa”.

Ci sono stati molti casi di pazienti guariti. Allo Spallanzani di Roma ad esempio le percentuali di dimessi fanno ben sperare.

All’ospedale Spallanzani hanno utilizzato delle terapie antivirali molto forti, che stanno adottando in tutta Italia ma ricordiamo che non tutte le strutture ospedaliere, non i medici o gli infermieri, sono uguali. A Catania, ad esempio, ci sono degli ottimi ospedali per le malattie infettive e la pneumologia e la terapia intensiva, ma il problema più importante resta sempre il numero dei posti che sono pochi”.

Su alcune testate è stato scritto che visto il numero dei casi sempre più elevato si arriverà, in base all’età e patologie, ad una cernita tra pazienti. Quanto può essere vera quest’affermazione?

Tutto questo è allucinante, non è etico né ammissibile. Bisogna contrastare oltre il virus anche la cattiva informazione di alcuni giornalisti o pseudo tali che crea panico tra la gente”.

C’è una corsa all’accaparrarsi le mascherine. Quanto sono utili e chi sono i soggetti che li devono necessariamente usare?

Le mascherine servono a chi è malato per non diffondere il contagio, a chi assiste il malato per non essere contagiato. Se si utilizzano mezzi pubblici è necessario l’uso, ma è fondamentale evitare gli assembramenti. Gli italiani pensano di essere esperti di ogni cosa ma ovviamente in casi così delicati, come quello che stiamo vivendo, bisogna avere l’umiltà e l’intelligenza di far parlare chi conosce la materia ed è esperto del settore non creando false notizie”.

Con l’arrivo dell’estate e del caldo il Coronavirus scomparirà o è semplicemente una speranza?

I virus influenzali durante la bella stagione ovviamente diminuiscono, ma sul Coronavirus non sappiamo nulla della sua evoluzione. Il caldo potrebbe aiutare, perché i virus a trasmissione aerea vengono agevolati dal  freddo. In estate la gente sta in luoghi aperti e tende a distanziarsi autonomamente ed inoltre il caldo è nemico dei virus respiratori, ma non sarà la soluzione a tutti i mali”.

Quale sarà lo scenario dopo il 3 aprile?

Se tutti gli italiani capiranno che dal comportamento del singolo deriva la salute e il benessere della collettività, potremmo arrivare ad un contenimento che sarà il passo successivo all’archiviazione di questo difficile momento”.

Oltre all’attesa dobbiamo evitare luoghi affollati, stare ad un metro di distanza, lavarsi spesso le mani ed uscire solo per necessità contingenti. Il distanziamento sociale è l’arma per contrastare il contagio e combattere questo nemico silenzioso. Ci sarà il tempo per recuperare tutti gli abbracci che non ci siamo dati”.