Un futuro per noi giovani?

Un futuro per noi giovani?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Le pecore nere del paese Italia

E’ sgradevole ricorrere al vocabolario Treccani per descrivere a parole una condizione che priva un uomo della sua dignità. L’essere disoccupato, come il dice la canonica definizione, è “La mancanza permanente o temporanea di un lavoro retribuito, dovuta a cause indipendenti dalla volontà del soggetto privo di occupazione oppure al rifiuto di un lavoro ritenuto inadeguato alle proprie condizioni fisiche, sociali e morali”.

In termini più semplici possiamo dire che è la condizione di chi “essendo desideroso e capace di
lavorare, non trova tuttavia un impiego”.

Se in passato una buona parte della popolazione era costretta ad emigrare in paesi più “sviluppati” per cercare lavoro, ottenendo spesso impieghi economicamente poco vantaggiosi, oggi il numero degli emigranti italiani si è molto ristretto. Le possibilità di reperire un’occupazione vicino alla propria abitazione si sono ampliate. E grazie alla formazione scolastica, i potenziali lavoratori coltivano aspirazioni consone al loro titolo di studio, spesso però, nonostante si possiede un’istruzione scolastica in un settore ben determinato si finisce per fare tutt’altro.

Il fatto che sempre meno persone siano disposte ad esercitare mestieri “umili” come l’agricoltura o l’artigianato, è un fattore che va ad accrescere sicuramente la disoccupazione danneggiando il sistema lavorativo in Italia. Un’altra piaga sempre più crescente è quella della disoccupazione giovanile.

Sottolineando che il nostro viene definito “un paese di anziani” dato che l’età media degli occupati è piuttosto alta, i giovani in cerca di un lavoro spesso non riescono a modellare il loro futuro e quindi la vita che vorrebbero fare.
E’ preoccupante sentir dire che un giovane italiano su 3 è in cerca di lavoro, quindi la percentuale totale di disoccupazione tra i giovani è del 33,3%.

Un altro fattore, da non sottovalutare, soprattutto nell’Italia del Sud e che contribuisce ad innalzare le statistiche di disoccupazione dei ragazzi è lo sfruttamento; i giovani si trovano spesso a svolgere lavori in “nero”, con orari massacranti e non ultimo con salari umilianti, così si preferisce non avere un’occupazione tosto più che svolgere per il resto della propria vita un lavoro che non permette di soddisfare i propri bisogni tanto meno di costruire una famiglia poichè nel momento in cui la si costruisce si vive nel terrore di non poterla mantenere, di non arrivare alla fine del mese e negli anni non poter permettere un’istruzione adeguata ai propri figli.

E’ necessario che la nostra politica si attivi il più velocemente possibile per creare nuovi sbocchi lavorativi affinché le generazioni presenti e future possano avere una vita felice e possano lavorare in settori che più li attraggono con una paga equa al fine di poter realizzare i propri obbiettivi e perché no, anche i propri capricci.

Nicolò Sangiorgio 3A Inf – I.T.I.S. “Cannizzaro” – Catania