Lucio Dalla il siciliano: la felicità tra Milo, Sant’Agata e la “benedetta follia”

Lucio Dalla il siciliano: la felicità tra Milo, Sant’Agata e la “benedetta follia”

CATANIA – Una data. Una canzone. Un compleanno. Quattro marzo 1943 è tutto questo grazie a Lucio Dalla. Sua, infatti, la data di nascita; sua la composizione e l’interpretazione del celebre brano.

Oggi il cantautore bolognese avrebbe compiuto 77 anni. Un infarto, però, lo ha stroncato il 1° marzo del 2012 a Montreux, in Svizzera, dove si trovava per una tappa della sua tournée.

Artista prolifico, amato e indimenticato dal pubblico, ha saputo dipingere nelle sue canzoni affreschi di vita, variare generi e registri, raccontare irrequietezze e passioni, dar voce al mondo ai margini, con dolcezza e irriverenza.

La Sicilia gli aveva rubato il cuore e lui le aveva preso l’anima in prestito per racchiuderla in una canzone che rendesse omaggio alle bellezze e alle emozioni che la terra di Trinacria aveva saputo donargli in tanti anni di affascinato amore. “Siciliano“, inserita nel venticinquesimo album “Luna Matana“, pubblicato nel 2001, è il regalo che Lucio Dalla ha voluto offrire all’isola “a tre punte”, con la quale aveva un rapporto unico, tanto da sceglierla come “buen retiro” dove trascorrere lunghi periodi di ristoro.

In Sicilia, infatti, Dalla aveva comprato nei primi anni Novanta del secolo scorso una villa tra i boschi di Milo (in provincia di Catania), vicino al collega catanese Franco Battiato, dove produrre vino (rosso e bianco), immergersi nei paesaggi lunari dell’Etna, tra pietra lavica e ginestre, e mantenere gli occhi fissi su un altro suo grande amore: il mare.

A raccontare il legame, quasi viscerale, con l’isola anche Marco Alemanno, cantante e compagno degli ultimi anni di vita dell’artista bolognese, che nel libro “Dalla luce alla notte” pennella il ritratto del compianto cantautore. Attraverso i ricordi e gli aneddoti raccolti, Alemanno racconta quanto Dalla adorasse la luce siciliana e i suoi cieli “‘vergognosamente azzurri’, la cordialità antica e comunque riservata della gente e tutto ciò che fosse profondamente siciliano“.

Il cantautore bolognese, appassionato dei costumi e delle tradizioni locali, ebbe anche modo di assistere alla processione in onore di Sant’Agata, patrona del capoluogo etneo. Un’occasione che, secondo il resoconto di Alemanno, lo spinse a prendere la decisione di trovare rifugio in Sicilia: “Le urla strazianti dei fedeli, la fatica visibile sui volti di chi porta a spalla la statua della Santa, tutta quanta la cera delle centinaia di candele accese […]: tutto questo infiammò il suo animo, facendogli conoscere da vicino la ‘benedetta follia siciliana‘. Fu uno dei motivi per cui decise subito anche di viverci: perché in quel coacervo di umanità pieno di fede abbagliante ma anche di un po’ di puro paganesimo, Lucio si sentiva decisamente a casa“.

Sentimenti che sono confluiti per intero proprio nella stesura di “Siciliano“, il cui testo racconta, come dichiarato dallo stesso Dalla in un’intervista al giornalista Vincenzo Mollica, “la felicità estrema che si prova arrivando in questa terra che rappresenta una realtà storica, credo irripetibile al mondo“.

Immagine di repertorio