Australia in fiamme, Antartide senza neve, invasioni di locuste e plastica in mare: scenari terrificanti nella Giornata della natura 2020

Australia in fiamme, Antartide senza neve, invasioni di locuste e plastica in mare: scenari terrificanti nella Giornata della natura 2020

Australia in fiamme, orsi polari ridotti alla fame, rifiuti in strada, oceani ricoperti di plastica: il 2020 sicuramente non è iniziato nel migliore dei modi per l’ambiente. E la Giornata mondiale della natura, che si celebra ogni anno il 3 marzo, in questo momento iniziale del nuovo decennio è sicuramente molto triste.

Ai disastri ambientali che hanno sconvolto gli ecosistemi naturali negli ultimi mesi e le cui immagini hanno fatto il giro del mondo si aggiunge il problema del cambiamento climatico. Le temperature più alte e il sole splendente hanno caratterizzato le giornate invernali anche nelle aree più insolite (come l’estremo nord d’Europa e perfino la Russia settentrionale) e, anche se da un lato ciò può essere fonte di gioia temporanea per chi non ama la stagione fredda, dall’altro la situazione è grave e senza precedenti.

Migliaia di esseri viventi, che trovano nel clima glaciale delle regioni artiche una condizione fondamentale della loro esistenza, rischiano di vedere scomparire il proprio habitat e, lentamente e dolorosamente, anche se stessi. È di pochi giorni fa la terribile immagine dell’Antartide senza neve. L’isola di re Giorgio, la più grande delle isole Shetland meridionali, privata del suo aspetto caratteristico è un grido d’allarme, uno dei tanti che purtroppo ancora fatica a stimolare un’azione attiva per la salvaguardia dell’ambiente.

Fonte immagine: El País

Non va meglio in Australia. Testimonianze di gente disperata che ha perso la casa o che tenta di salvare esemplari di koala, canguri e altre creature dalla devastazione provocata dagli incendi hanno commosso l’intero globo. Purtroppo, i dati resi noti negli scorsi giorni hanno confermato quel che molti temevano: 1/5 del patrimonio boschivo australiano è andato perduto, con le relative conseguenze sulla vita di flora, fauna ed esseri umani. Un disastro ambientale, biologico e anche economico mai visto prima.

Fonte immagine: GreenMe

Mentre l’Australia cerca di “rinascere”, nuove scene spaventose arrivano dall’Africa, colpita da una terribile invasione di locuste, una nuova “piaga” favorita dall’ultima stagione delle piogge, che ha portato a dannose inondazioni in numerosi Paesi africani (tra i quali Etiopia, Kenya, Somalia e Sudan) e provocato l’ennesima emergenza alimentare nel continente.

Fonte immagine: European Affairs (REUTERS/Njeri Mwangi)

A soffrire in silenzio sono anche le creature marine minacciate dalla presenza di plastica, agenti chimici e materiali di scarto nei mari e negli oceani. Alcune di queste sono fondamentali per la sopravvivenza di altre specie, non ultima quella umana. Eppure la gente non smette di gettare buste e bottiglie di plastica in mare perché “tanto la corrente le porta via” e la pulizia dei fondali è spesso affidata a pochi volontari che, senza supporto, non possono ridurre le dimensioni di un’emergenza globale.

Fonte immagine: Adnkronos

In una situazione in cui perfino i dibattiti internazionali in occasione della Cop25 a Madrid hanno prodotto scarsi risultati, però, è necessario anche fare riferimento a iniziative che cercano di avviare un’inversione di rotta. Simbolo di questo tentativo sono i più giovani, a partire dall’ormai celebre Greta Thunberg fino a tutti i ragazzi che hanno vissuto con la dovuta serietà i “Fridays for future” nel mondo.

Avviare operazioni per la salvaguardia del pianeta, per contrastare il cambiamento climatico e per ridurre i tassi d’inquinamento è una sfida che non si può più rimandare. Osservare fiamme, ghiacciai sciolti, tempeste di sabbia, siccità perenne, desertificazione e deforestazione, pesci e grandi mammiferi marini intrappolati nella plastica deve essere uno spunto di riflessione tutti i giorni, non solo il 3 marzo.

La natura è il luogo da cui veniamo e salvaguardarla è un dovere ma anche un diritto per garantire la sopravvivenza delle specie e delle generazioni presenti e future di esseri umani. Impedire la realizzazione di previsioni catastrofiche (un milione e mezzo di decessi annui per il cambiamento climatico, sesta estinzione di massa, scomparsa di intere regioni…) è possibile, ma solo con un’azione diretta, immediata e globale.

Fonte immagine di copertina: NOAA – National Oceanic and Atmospheric Administration (USA)