Coronavirus e fake news: quando uno scherzo diventa reato

Coronavirus e fake news: quando uno scherzo diventa reato

In questo momento in Italia si susseguono quotidianamente notizie di ogni tipo e fonte sul Coronavirus, questa forma epidemica che è prepotentemente entrata nel nostro territorio, provocando non pochi timori a chi subisce costantemente l’influenza mediatica di questi aggiornamenti.

È vero, l’aggiornamento e le notizie sono utilissime per tutti i cittadini, malati e non, per comprendere la reale portata di questa malattia, le forme e i numeri del contagio e soprattutto come comportarsi nelle varie situazioni che ci interessano, direttamente o indirettamente.

Purtroppo però è anche vero che internet e i social network, ormai la fonte essenziale di articoli e post di ogni genere, danno la possibilità a chiunque di scrivere o condividere notizie di dubbia provenienza, dando cosi adito alle cosiddette “fake news”, ossia notizie false: esse vengono appositamente rese il più possibile simili a notizie reali che toccano argomenti attuali, cosi da poter ingenerare nel lettore un fondato timore sul contenuto e sull’allarme lanciato impropriamente.

In una fase come questa, ove qualsiasi indicazione sul Coronavirus può destare timore, panico, terrore sulla popolazione, lo sciocco di turno può creare una notizia falsa generando una reazione a catena impossibile da controllare. Da questo punto di vista Facebook e le sue condivisioni, rappresentano un mezzo di diffusione immediato e inarrestabile di notizie false e infondate.

È quindi opportuno sapere che la pubblicazione di notizie false, non si può considerare solo come una bravata o uno scherzo finito male, ma rappresenta un reato, punibile anche con sanzioni severe. Vediamo quali

Art. 656 c.p.

“Chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato [265269501658], con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a trecentonove euro.”

Dunque la pubblicazione di una notizia falsa sul coronavirus, localizzato ad esempio per pura fantasia in una città che in realtà non è mai stata infetta, rientra pienamente in questa forma di reato e il suo autore potrà essere sanzionato penalmente, anche più gravemente qualora il reato coinvolga altre fattispecie.

Art. 658 c.p.

“Chiunque, annunziando disastriinfortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro.”

Reato che si collega strettamente con il 656 c.p. ma che prevede in aggiunta l’intervenuto allarme presso la pubblica autorità. In questo caso la pena sarà più grave. Ciò che rileva è l’effetto che la notizia ha sui destinatari, suscitando negli stessi il timore di un pericolo reale, a nulla rilevando, invece, l’intento che spinge l’autore della stessa ad agire, così come risulta priva di rilievo ogni indagine circa il dolo o la colpa.

Art. 661 c.p.

“Chiunque, pubblicamente, cerca con qualsiasi impostura, anche gratuitamente, di abusare della credulità popolare è soggetto, se dal fatto può derivare un turbamento dell’ordine pubblico, alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000”.

Si tratta di una contravvenzione che potrà configurarsi ogni qualvolta una falsa notizia, messa in giro anche senza particolari finalità o ritorni personali, possa innescare un turbamento dell’ordine pubblico, facendo leva sulla credulità popolare.

E CHI CONDIVIDE LA FALSA NOTIZIA?

La condivisione di notizie false, soprattutto su Facebook, è il vero problema: la rapida diffusione di post che possono ingenerare la credulità popolare circa la verosimiglianza di quella notizia.

In questo caso il comportamento di chi condivide e commenta potrà essere attenzionato dalle autorità preposte al controllo di tali false notizie e, nei casi più gravi, determinare una partecipazione attiva alla diffusione della fake news passibile anche di sanzioni nel caso in cui venga provata la consapevolezza della falsità della notizia e la sua volontaria divulgazione.

E dunque certamente opportuno evitare di pubblicare e diffondere notizie false, in particolar modo se attinenti a temi attualissimi e pericolosi come il Coronavirus o altro, in quanto produttivo di effetti molto gravi nonché di sanzioni penali per lo sprovveduto autore.