Pagamenti in contanti invece di versamenti per il rilascio delle carte d’identità: dipendente comunale in manette -VIDEO

Pagamenti in contanti invece di versamenti per il rilascio delle carte d’identità: dipendente comunale in manette -VIDEO

RAVANUSA – I carabinieri della Stazione di Ravanusa (AG), a conclusione di un’indagine lampo, hanno preso con le “mani nel sacco” un dipendente comunale addetto al rilascio delle carte d’identità elettroniche.

L’impiegato, per arrotondare i propri guadagni, aveva infatti architettato un sistema particolarmente ingegnoso finalizzato a pagamenti in contanti in luogo dei previsti versamenti. Intercettazioni e telecamere piazzate dai militari lo hanno incastrato, documentando diversi passaggi di denaro. L’ultimo ieri mattina, finito con il blitz dei militari, gli è stato fatale.

Troppi movimenti strani, troppe pratiche anomale in quell’ufficio comunale. Così i carabinieri hanno iniziato ad approfondire le abitudini di un impiegato comunale, un 54enne di Ravanusa addetto al rilascio di carte di identità elettroniche.

L’indagine si è sviluppata in un primo momento acquisendo svariati documenti e accertando evidenti discrasie tra le carte d’identità emesse e i soldi depositati nelle casse comunali. Poi, i militari della stazione di Ravanusa, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Agrigento, la dottoressa Paola Vetro, hanno deciso di approfondire ulteriormente le indagini e le risposte non sono tardate ad arrivare.

L’impiegato infedele era solito dire ai cittadini richiedenti di recarsi a fare, come previsto, il versamento sul conto corrente del Comune. Ad altri, però, stranamente chiedeva di pagare le somme direttamente a lui in contanti. Gli investigatori hanno così piazzato microspie e telecamere nel piccolo ufficio comunale. Dopo aver registrato una serie di pagamenti illeciti, i militari hanno deciso di intervenire e dopo l’ennesima cessione di denaro, ieri mattina, sono piombati nell’ufficio: nel portafogli dell’uomo hanno trovato le banconote consegnate poco prima da un ignaro cittadino.

A questo punto, sono scattate le manette e l’impiegato infedele è stato accompagnato agli arresti domiciliari, con l’accusa di peculato e malversazione in danno di privati. I primi conteggi fatti dai carabinieri hanno sinora consentito di accertare che il meccanismo utilizzato dal dipendente comunale ha causato numerosi ammanchi all’erario: il danno arrecato si aggira infatti sui 30mila euro.

In mattinata si svolgerà l’udienza di convalida dell’arresto dinanzi al giudice per le indagini preliminari di Agrigento.