Mattarella risponde al ricercatore siciliano: “Nel settore universitario occorre sempre seguire i principi di legalità e trasparenza”

Mattarella risponde al ricercatore siciliano: “Nel settore universitario occorre sempre seguire i principi di legalità e trasparenza”

CATANIA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella risponde al ricercatore Giambattista Scirè, originario di Vittoria. Il Presidente comunica con Scirè attraverso il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica: “Il Capo dello Stato segue con grande attenzione le questioni da lei evidenziate“, scrive il direttore dell’ufficio.

Nel settore universitario occorre sempre seguire i principi di legalità e trasparenza. Le Università italiane possono vantare livelli di eccellenza in vari campi del sapere e riscuotono i migliori risultati solo laddove si fondano sull’autonomia e libertà dell’insegnamento, guidate esclusivamente dal principio del merito“, prosegue la lettera.

Scirè aveva denunciato l’evento di cui era stato vittima, denunciando tre professori dell’Università di Catania. I tre avevano fatto parte della commissione d’esame per il concorso di ricercatore di Storia Contemporanea nella struttura didattica di Lingue, a Ragusa. Lo studioso venne bocciato a vantaggio di un architetto che, nonostante non avesse i titoli, era arrivato primo. Lo storico, dopo aver vinto la causa sul piano amministrativo, ha provveduto a denunciare i fatti alla Procura.

Lo scorso gennaio Scirè aveva inviato una lettera al Capo dello Stato in cui raccontava l’ingiustizia subita: “Nel 2012, denunciai un concorso irregolare bandito dall’Università di Catania per un posto di ricercatore in Storia contemporanea nella sede di Lingue di Ragusa. Ben tre sentenze del giudice amministrativo e una sentenza del giudice penale hanno stabilito, in forma ormai definitiva, che il vincitore reale di quel concorso ero io, e non già la persona che la commissione aveva dichiarato vincitrice: una studiosa laureata in architettura, con un curriculum incentrato su titoli totalmente incongrui al settore disciplinare del concorso bandito e non in possesso del titolo di dottore di ricerca, oggi obbligatorio per legge”.

Prosegue lo storico: “Nonostante le decisioni dei giudici, la condanna della commissione, le ripetute diffide, le segnalazioni sulla stampa e in televisione, le tante interrogazioni parlamentari e gli appelli di personalità intellettuali e politiche… non ho potuto ottenere il posto a tempo determinato che mi spettava”.

Sui fatti denunciati da Sciré e sull’ondata di indagini che si è abbattuta sull’Università di Catania bisogna fare ancora molta chiarezza. L’inchiesta “Università Bandita“, che aveva portato alla luce un sistema ben radicato di corruzione e favori all’interno dell’Ateneo etneo, non si è ancora conclusa ed è in continua evoluzione.

Per 10 delle persone indagate, la Procura ha emesso un avviso di chiusura delle indagini. Bisognerà attendere l’evolversi degli eventi giudiziari, prima di poter avere un quadro completa della situazione.