BlackBerry chiude i battenti, addio per sempre tastiere fisiche

BlackBerry chiude i battenti, addio per sempre tastiere fisiche

È finita: anche BlackBerry, come Nokia, chiude i battenti. Il 31 agosto 2020, dopo ben 21 anni di attività, cesserà la produzione di smartphone. La multinazionale cinese TCL, che aveva acquisito l’etichetta nel 2016, non è riuscita a rilanciarla; vediamo di capire il perché.

La mora canadese, così come veniva chiamata all’inizio degli anni ‘10, nel 2013 vantava 85 milioni di utenti, per la maggior parte “business” (tra questi vi era l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama). I suoi smartphone, equipaggiati con l’app di messaggistica istantanea BlackBerry Messenger, consentivano di comunicare in modo più sicuro persino rispetto a WhatsApp. Cos’è andato storto, allora? Il problema di BlackBerry è che non ha saputo stare al passo con i tempi, continuando a proporre cellulari con tastiera fisica fino al 2018, quando era ormai evidente che il mercato, assalito da Apple e Google, stesse andando in un’altra direzione, quella del touchscreen. Non solo, l’utilizzo di un sistema operativo proprietario, BlackBerry OS, sino al 2012 e non di Android (adottato nel 2015, quand’era ormai troppo tardi), ha fatto il resto. Gli ultimi modelli, i BlackBerry Key2 e Key2 LE, sono stati lanciati il 7 giugno 2018, da quella data più nessun segno di vita fino al comunicato stampa di TCL del 3 febbraio 2020, che decreta la fine di un’era.

Oggi il marchio è diviso a metà: da un lato abbiamo BlackBerry Limited, che si occupa di cyber security e di IoT (Internet of Things); dall’altro il vero e proprio marchio telefonico, che si appresta a morire dopo una lunga agonia, durata un lustro. L’assistenza e la garanzia sono state garantite fino al 2022, mentre per quanto riguarda gli aggiornamenti non è chiaro in che modo intenda agire TCL.