Dramma nel Catanese, ubriaco maltratta e strangola il figlio minore: una parente lo salva, arrestato 43enne

Dramma nel Catanese, ubriaco maltratta e strangola il figlio minore: una parente lo salva, arrestato 43enne

RIPOSTO – La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di R.M., di 43 anni, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia e tentato omicidio commessi in danno del figlio minorenne di anni 17, ha richiesto e ottenuto la misura cautelare in carcere eseguita dai carabinieri della Stazione di Riposto, nel Catanese.

Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere hanno evidenziato come l‘uomo, già destinatario il 14 gennaio scorso di un avviso di conclusione indagini, emesso in relazione al reato di maltrattamenti in famiglia, commesso in danno della madre e del fratello fino al 9 settembre dello scorso anno, e del reato di lesioni aggravate commesso in danno della sola madre il 27 giugno dello scorso anno, abbia replicato la condotta vessatoria anche nei confronti del figlio minorenne.

L’intollerabile gesto è venuto alla luce grazie a una segnalazione urgente dei servizi sociali del comune di Riposto inviata ai carabinieri, con la quale si comunicava che era in atto il trasferimento del minore in una struttura idonea, a seguito del tentativo di soffocamento subito da quest’ultimo nella notte tra il 12 ed il 13 gennaio di quest’anno a opera del padre in preda ai fumi dell’alcol.

Il minore, il successivo 14 gennaio, fu accompagnato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Acireale, dove i medici gli hanno riscontrarono un edema alla regione cervicale sinistra. In quell’occasione, il minore, ascoltato dal medico di turno poi affiancato dall’assistente sociale, dichiarò di essere stato aggredito dal genitore intorno alle 2 del 13 gennaio; in particolare, di
essere stato svegliato mentre si trovava a dormire sul divano, perché il padre pretendeva che gli facesse una sigaretta; al suo rifiuto il genitore gli ha stretto le mani intorno al collo nel tentativo di strangolarlo; alla sua richiesta di aiuto ha risposto la zia paterna, che vive nella stessa casa; grazie al suo intervento è riuscito a divincolarsi e fuggire; nel recente passato aveva subito un’altra aggressione sottolineando “mai era stato così…pesante…stavolta sembrava che mi volesse ammazzare“; le condotte violente del padre erano recenti e legate all’abuso di sostanze alcoliche, mentre in passato avevano avuto solo liti verbali.

Circostanze confermate ai carabinieri dalla zia del ragazzo che, anzi, ha aggiunto che quella notte l’odierno indagato avrebbe preteso dal figli, oltre alla preparazione della sigaretta, anche che lo stesso gli portasse a letto il “pappagallo” (oggetto niente affatto giustificato da uno stato clinico dell’uomo); poco dopo, udito il nipote chiedere aiuto, la donna si è alzata peraggiungerlo; giunta nel salotto ha visto il fratello di spalle intento ad aggredire il ragazzo e di aver spinto con forza il fratello, consentendo al nipote di liberarsi dalla morsa; ha portato il nipote a dormire con lei, mentre il fratello le proferiva contro epiteti irripetibili e la minaccia:te lo sei coricato con te? Difendilo. Poi domani te lo faccio vedere io“; la donna si è rivolta ai servizi sociali, i quali hanno attivato la procedura di allontanamento del minore dalla casa; l’indagato, venuto a sapere che il figlio stava lasciando l’abitazione, ha commentato con una frase volgare, facendo intuire che non gliene fregava niente; il ragazzo era ormai vittima del padre: a causa del suo stato di ubriaco cronico, lo vessava continuamente, a qualunque ora del giorno e della notte e, a fronte di un eventuale rifiuto o anche soltanto di un tentennamento, lo aggrediva, in alcuni casi inseguendolo all’interno delle mura domestiche, chiudendolo fuori di casa, nonché – verbalmente – insultandolo e disprezzandolo.

La perfetta sinergia tra servizi sociali, carabinieri e autorità giudiziaria, ha consentito che si producesse un quadro probatorio a carico dell’indagato che, recepito in toto dal giudice, ne ha consentito l’arresto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.

Immagine di repertorio