Piano Giovani: parte la class action contro l’annullamento

Piano Giovani: parte la class action contro l’annullamento

CAMPOBELLO DI LICATA – Parte dall’agrigentino la prima class action contro l’annullamento del Piano Giovani portata avanti dallo studio Grillo – Cortese di Ribera su iniziativa di due ragazzi: Giuseppe Sicilia e Annalisa Alongi.

I due, promotori di un gruppo su facebook che sta registrando un crescendo di adesioni, chiedono, con forza, di non annullare il click day del 5 agosto, quello finito nella bufera per il blocco del sistema. Nel corso dell’ultima conferenza stampa del presidente Crocetta si è paventata la concreta possibilità dell’annullamento del click day agostano.

“Io e Annalisa siamo molto amareggiati – spiega Giuseppe Siciliaperché avevamo riposto tante speranze sul Piano Giovani. Annalisa è la mia ragazza e ha partecipato dopo aver studiato a Milano e conseguito un master. Ha lavorato anche con Pif per il suo film e l ‘opportunità di tornare nella nostra terra per prevedere un futuro insieme e lavorare era molto ghiotta”.

Giuseppe spiega che la modalità di partecipazione è stata diversa tra i click day del 14 luglio e del 5 agosto. Per la prima data la trafila di iscrizione, registrazione al portale e incroci con le aziende è stata effettuata in giornata. In quel click day furono 800 i ragazzi che riuscirono a farcela e ad acquisire il diritto a un tirocinio retriibuito.

La data del 5 agosto, invece, serviva soltanto per confermare l’incrocio con l’azienda poiché la trafila di iscrizione, registrazione e ricerca dell’incrocio poteva essere effettuata a partire dal 15 luglio sino al giorno del click.

“Avevamo avuto diversi contatti –  prosegue Giuseppe Siciliaed alcune aziende avevano notato Annalisa per il suo curriculum pieno di esperienze di livello. Un’azienda ci ha convinto, garantendo anche la successiva assunzione. Abbiamo avuto accesso al portale ed effettuato correttamente l’incrocio e ricevendo un pdf siglato dalla Regione Siciliana con la conferma del tirocinio”.

Per i ragazzi promotori della class action è ingiusto l’annullamento di  un solo click day, anche se spiegano di “non voler creare una guerra tra disoccupati”.

“Ho partecipato alla seduta della commissione Lavoro sul Piano Giovani – prosegue il ragazzo – e si vuole ritornare al sistema dei centri per l’impiego. Un sistema che sa di vecchia politica e che non garantisce imparzialità e meritocrazia”.

L’iter giudiziario avviato dai vincitori del click day proseguirà da un lato con la citazione davanti al tribunale ordinario per i diritti soggettivi, ossia per il danno subito dagli 800 che avevano visto preassegnare gli stage poi annullati, e dall’altro un ricorso davanti al Tar per tutti gli altri.