Rientro a scuola dopo le dimissioni del ministro Fioramonti: cosa ne pensano studenti e professori sullo scorporo del Miur

Rientro a scuola dopo le dimissioni del ministro Fioramonti: cosa ne pensano studenti e professori sullo scorporo del Miur

CATANIA – Queste vacanze di Natale per gli studenti, oltre a essere un momento di riposo e tranquillità, con le dimissioni il 30 dicembre del ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, hanno rappresentato anche un momento di instabilità tra chi la scuola la vive ogni giorno, cioè studenti e professori. Il premier Conte ha voluto subito dare una risposta designando Lucia Azzolina come ministro della Pubblica Istruzione e Gaetano Manfredi come ministro dell’Università e della Ricerca, scorporando, dopo 10 anni, nuovamente il dicastero dedicato all’educazione sia scolastica che universitaria.

Ma dopo le dimissioni del ministro, il successivo scorporo, più che tranquillizzare, ha creato un leggero stato di preoccupazione tra gli studenti, sopratutto quelli del quinto anno delle scuole superiori di secondo grado, che si sono sentiti destabilizzati, in vista anche di gennaio che, tradizionalmente, rappresenta il mese dove vengono pubblicate le materie che avranno commissari esterni agli esami di Stato conclusivi.

Riccardo, maturando 2019, ci spiega che “l’assenza dell’insediamento del ministro mi spaventa molto. L’istruzione già vive in uno stato di  instabilità e, soprattutto, ho paura che a risentirne siano gli esami, soprattutto la prova orale, che ancora si trova in uno stato di incertezza. La nuova ministra, per ora designata, spero si insedierà al più presto e spero possa fare le prime circolari ufficiali riguardo le materie di esame e lo svolgimento dell’esame di maturità“.

Preoccupazioni confermate anche da Erika che mette luce anche su un’altra possibile problematica: “A turbarmi non è solo quello che si prospetta in vista degli esami, bensì le spese che si dovranno affrontare per fare lo scorporo. Nella legge di bilancio già si è investito poco e se quei ‘4 soldi’, per usare un eufemismo, li usiamo per fare dividere 2 dicasteri, non so cosa ne resterà degli investimenti in favore di progetti, fornitura ed edilizia scolastica“.

Tutte queste paure sono state confermate dal 78% degli intervistati che ha dichiarato di essere preoccupato dall’attuale situazione riguardante il Miur. Un 20% si mostra fiducioso e contento della divisione dei dicasteri e infine il restante 2% è indifferente.

Molto diverso e meno omogeneo il punto di vista dei docenti riguardo lo scorporo. Infatti, il 52% degli insegnanti intervistati ha detto di essere preoccupato, soprattutto dal punto di vista dei finanziamenti rivolti alle scuole, invece, il restante 48% si è mostrato contento dichiarando che questa è una divisione naturale e necessaria che sarà solo un “toccasana” per le scuole pubbliche.