Due scosse tra ieri e oggi nel Catanese, parla l’esperto dell’INGV Neri: “È presto per fare previsioni”

Due scosse tra ieri e oggi nel Catanese, parla l’esperto dell’INGV Neri: “È presto per fare previsioni”

CATANIA – Le ultime scosse di terremoto, in particolar modo quella avvenuta ieri mattina con epicentro a Milo e quella della notte appena trascorsa tra Maletto e Randazzo, riaccendono il dibattito sull’attività interna allEtna.

Tutto questo quando è trascorso quasi un anno dalla famigerata notte di Santo Stefano, nella quale avvenne il sisma che colpì soprattutto la borgata di Fleri, nel territorio di Zafferana Etnea, nel Catanese.

Dall’Ingv, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, di Catania, l’esperto vulcanologo Marco Neri afferma come ancora i tempi non siano maturi per fare un valutazione certa, in quanto i movimenti interni non sono come quelli dello scorso anno, e come i due eventi, localizzati in due diversi versanti, abbiano una natura e un’origine totalmente differenti.

“L’evento sismico avvenuto a Milo – afferma Neri – è avvenuto a pochi chilometri di profondità e rientra nella casistica del settore orientale del vulcano. A est dai crateri sommitali verso il mare quando c’è un terremoto, nel 90 % dei casi è poco profondo e interessa la dinamica del fianco orientale dell’Etna. I sismi che avvengono nella zona nord-occidentale, in particolare nella zona di Maletto o Bronte, sono molto più profondi, in quanto viaggiano a oltre 20 chilometri di profondità, e il vulcano c’entra poco, forse solo attraverso sistemi di alimentazione profonda. È comunque più probabile che si tratti di terremoti di natura tettonica e che hanno a che fare con la catena appenninica ed è difficile che tra un evento profondo e l’attività vulcanica ci sia una relazione. Nel fianco occidentale possono avvenire terremoti anche di magnitudo elevata, ma data la profondità vengono avvertiti in modo attenuato o non vengono avvertiti proprio. Nella zona di Milo ci sono diverse scosse e non tutte portano a fenomeni eruttivi come quello di un anno fa. La mia impressione è che ancora siamo lontani dai livelli dello scorso anno perché non c’è la continua attività eruttiva nel cratere di sud-est. È ancora presto per fare vere previsioni”.

Immagine di repertorio