La donna, rivoluzione dell’umanità, simbolo di speranza: il “sì” di Maria

La donna, rivoluzione dell’umanità, simbolo di speranza: il “sì” di Maria

CATANIA – Natale è la festa dell’uomo, uno come tanti miliardi e al contempo unico e irripetibile. Se celebriamo così solennemente la nascita di Gesù è per testimoniare che ogni uomo è qualcuno, unico e irripetibile, qualcuno chiamato con il proprio nome”: spiegava papa Wojtyla il 25 dicembre 1978, attraverso una profonda esaltazione del valore di ogni essere umano, che, nella sua unicità, rispecchia e costituisce la vita del Pianeta.

Ma il vero fascino del Natale scaturisce dalla storia della madre di Gesù, prima e fondamentale protagonista di questa straordinaria nascita, con cui il Figlio di Dio si è fatto uomo.

Un mistero nato dal “” di Maria, senza il cui consenso alla maternità, non sarebbe esistito l’incantesimo di quella notte.

Assurge, quindi, a emblema di tutte le mamme e, nel contempo, definisce fortemente la centralità della donna: la sua potenza generatrice costituisce il fulcro dell’umanità e si estende nella concretezza del quotidiano, attraverso l’impegno in famiglia, nel lavoro, nella società, nella propensione a donare un servizio e a porgere una mano; a dare, cioè, amore e vita.

Mentre, se da una parte, politica, istituzioni, sindacati, forze sociali, si industriano per inventarsi soluzioni riguardo il divario fra uomo e donna, sconcertati e, nello stesso tempo, inermi di fronte ai sempre più numerosi fatti di cronaca di violenze da parte di mariti e compagni, e i media, dall’altra propongono e propinano icone femminile fatte di forme e di immagini stereotipate, il Natale apre gli animi, portando alla luce la vera essenza della vita, che risiede nella sensibilità, nella tenerezza e nella profondità dell’essere donna, crocevia dell’umanità.

È il fil rouge di una cultura per il rispetto della sensibilità femminile che, se concretamente sentita e sostenuta, potrebbe offrire alla società una via d’uscita alla crisi di valori, per affermare identità e fiducia nel futuro.

Maria è la donna dell’attesa e della speranza: ci insegna a rendere visibile l’invisibile, possibile l’impossibile, a oltrepassare i limiti della condizione umana con la fiducia e la determinazione.

Costituisce una provocazione che non ha né colori politici né appartenenze ideologiche: la donna, con il suo carico di umanità, diviene motore di una coscienza collettiva, protagonista del recupero di relazioni umane spesso lacerate, fonte di ispirazione e modello di ricostruzione per la moderna società “infettata” da virus d’odio letali.

Duemila anni fa, Maria, con la sua fragilità e la sua povertà, è stata protagonista di una rivoluzione che ha cambiato la storia del genere umano: un’affascinante esempio su cui riflettere, estrapolandone una forte carica di ottimismo e determinazione, nel proposito di agire, soprattutto a favore e a nome di tutte quelle donne che, oggi, in ogni angolo della Terra, gridano per essere ascoltate e amate.

“Non temere”, dice l’angelo Gabriele a Maria, “gioisci e apri il tuo cuore. Nel Figlio che nascerà da te, l’Amore fatto carne, il timore è vinto per sempre”; “non temere – continua l’angelo – neppure domani sotto la croce, trafitta dal dolore. Non temere: l’alba della risurrezione è inizio di vita nuova”: questo è il messaggio da cogliere, aprire il cuore e la mente nella speranza e nella fiducia di un futuro migliore.

Fonte immagine presepecustunaci.it