Lingue, oltre la grammatica: “sforzo” culturale e modi alternativi di leggere la realtà

Lingue, oltre la grammatica: “sforzo” culturale e modi alternativi di leggere la realtà

Studiare lingue è questione di passione e interesse. L’apprendimento linguistico, infatti, non si può ridurre a processi meccanici e mnemonici, in quanto pone sfide ben maggiori della semplice memorizzazione di lessico e strutture grammaticali.

Ciò è particolarmente vero nei casi in cui si entra in contatto con lingue molto diverse dalla propria. Spesso, infatti, in queste situazioni, alle difficoltà tipiche dello studio (legate alla tipologia linguistica, alla memorizzazione del vocabolario di base, alla distinzione tra le catene di fonemi e parole e problemi simili) si aggiungono quelle determinate dalla necessità di acquisire i concetti culturali sui quali si fonda parte dell’elemento linguistico.

Senza creare sintonia con la cultura di riferimento della lingua che si tenta di apprendere, un’acquisizione perenne e completa diventa praticamente un’utopia.

Uno step fondamentale è l’apprendimento della scrittura e della lettura. Questa esprime un modo di percepire, “fissare” e organizzare la realtà: abituarsi a un sistema molto diverso dal proprio, quindi, può determinarsi piuttosto difficile.

Quando si apprendono lingue con un sistema percepito come “estraneo”, ciò diventa evidente. Un apprendente che utilizza una lingua neolatina, per esempio, necessiterà di tempo e corsi specifici per poter interiorizzare le caratteristiche dell’alfabeto consonantico (abjad) tipico dell’arabo, che non solo in genere non segnala la vocalizzazione ma si scrive anche in direzione opposta rispetto alle scritture con alfabeto latino (quindi da destra a sinistra). Lo stesso naturalmente sarà valido per un apprendente di lingua araba che debba abituarsi al sistema di letto-scrittura delle lingue neolatine. Si tratta di una sfida che può fungere da stimolo, ma che può anche innalzare il “filtro emotivo” degli studenti, che senza una generale predisposizione all’approccio linguistico e culturale all’idioma target difficilmente raggiungerà i suoi obiettivi.

Ancora più complesso è avvicinarsi a lingue esclusivamente parlate. Per poter far proprie tali idiomi è indispensabile “rivoluzionare” il proprio modo di concepire la realtà, superare le proprie “barriere cognitive” e comprendere il funzionamento di un mondo dove la cultura scritta non esiste e viene percepita come superflua.

Anche se in generale lo “sforzo culturale” è un passaggio fondamentale e imprescindibile dell’acquisizione di qualsiasi nuova lingua, nel caso degli idiomi più lontani dai propri stereotipi rappresenta una sfida che non si può superare senza una naturale predisposizione all’apertura dei propri orizzonti e una mente elastica e pronta a ricevere dall’esterno per leggere la realtà sotto una luce nuova e unica.

Fonte immagine: Pixabay – Oli Lynch