Giornata Internazionale della Montagna: focus su “Mamma Etna” e il legame con i siciliani

Giornata Internazionale della Montagna: focus su “Mamma Etna” e il legame con i siciliani

CATANIA – L’11 dicembre potrebbe sembrare per molti una data insignificante, come tante altre. Invece, proprio oggi si festeggia la Giornata Internazionale della Montagna. Un evento che, nel 1992, trae origine dalla Conferenza delle Nazioni Unite, non a caso, sull’ambiente, con focus proprio sulle montagne.

Nello specifico, sarà l’ONU (Organizzazione Nazioni Unite) nel 2003 a ufficializzare per la prima volta tale festa, ripetuta ogni anno, con l’obiettivo di incrementare lo sviluppo sostenibile delle regioni montane.

Ma non finisce qua. In effetti, questa data è importante per la Sicilia, territorio in cui sono presenti diverse catene montuose e il vulcano più alto di tutta Europa.

Parliamo, quindi, dell’Etna, in provincia di Catania. In effetti, proprio la “montagna” in questione, oltre a essere simbolo portante della città, è la “mamma dei catanesi” e lo diventa, in qualche modo, anche per tutti coloro che sono di passaggio.

Il “rosso fuoco” della lava, misto al candore della neve è un binomio che affascina chiunque. Certo, è anche vero che il prezzo di tale spettacolo spesso si paga con eventi come i terremoti, ma ciò non basta ad arrestare l’amore degli abitanti verso il vulcano.

Insomma, un vero e proprio spettacolo che continua a essere immortalato in scatti fotografici. Tra questi impossibile non ricordare, nel mese di agosto, la foto dell’Etna scelta dalla Nasa come scatto del giorno, nel concorso Apod.

“A Muntagna” ha ispirato famosi scrittori come Giovanni Verga. Il massimo esponente della corrente letteraria del Verismo, originario proprio di Catania, ha dedicato numerose righe al vulcano nelle sue opere.

Tra queste, nel romanzo epistolare “Storia di una capinera”, nel 1869, Verga scrive: “…la vetta superba dell’Etna che si slancia verso il cielo, e le sue vallate che sono già tutte nere, e le sue nevi che risplendono degli ultimi raggi del sole, e i suoi boschi che fremono, che mormorano, che si agitano”.

Immagine di repertorio