Sergio Mattarella: un siciliano capo dello Stato. Le reazioni

Sergio Mattarella: un siciliano capo dello Stato. Le reazioni

ROMA – Un palermitano capo dello Stato. Sergio Mattarella, alla quarta votazione, è divenuto presidente della Repubblica Italiana al termine di giorni convulsi. Alla fine il nome proposto dal Pd di Matteo Renzi – non senza la contrarietà di Forza Italia e Movimento Cinque Stelle – ha prevalso sulle divisioni e ha evitato la figuraccia dei 101 franchi tiratori in occasioni della scorsa elezione del presidente.

Diverse le reazioni della politica che comunque, in maniera unanime, hanno elogiato la figura di alto profilo istituzionale del nuovo presidente.

Il sindaco etneo Enzo Bianco manda gli auguri di buon lavoro al nuovo presidente: “Anche da Catania, dalla Sicilia, dalla sua terra un incoraggiamento, insieme al legittimo orgoglio del primo presidente della Repubblica espressione della nostra Isola. Lei ha dimostrato, e io posso testimoniarlo nell’esperienza condivisa al Governo, di avere dirittura morale, rigore intellettuale, coerenza, visione moderna, solida preparazione giuridica, passione civile, senso dello Stato. Qualità su cui da domani il paese può contare nella delicata responsabilità che Le è stata affidata”.

Per il deputato catanese del Pd Giuseppe Berretta si tratta “di un giorno pieno di grande emozione. Abbiamo sostenuto un siciliano alla presidenza e credo che il tema del mezzogiorno d’Italia sarà importante e ci sarà la stessa spinta civile e democratica che c’è stata con Giorgio Napolitano. L’elezione del presidente è particolare: si è creata un’alchimia democratica molto forte e a Montecitorio ho incrociato proprio l’ex presidente Napolitano, un grande momento”.

“C’è stato un clima diverso – prosegue Berretta – rispetto a due anni fa. Renzi ha compattato il Pd e si è dimostrato che il rapporto con Fi può essere proficuo ma non obbligatorio se il nostro partito è compatto. Si tratta di un metodo utile e riproponibile”.

Per il senatore di Forza Italia, nonché coordinatore degli azzurri in Sicilia, Vincenzo Gibiino “la Sicilia deve essere orgogliosa del presidente. Parlando da esponente di Forza Italia però si deve notare che il patto del Nazareno è stato stracciato da Renzi. Ci sarebbe dovuto essere un dialogo. Ieri sera sono stato tra i pontieri per cercare di riportare Fi in aula e votare scheda bianca: non esserci sarebbe stato un vulnus democratico”.

“E’ ovvio che adesso – aggiunge Gibiino – che Renzi dovrà ricurire sia con noi sia con Ncd. Le scelte del partito di Alfano – sottoposto a un ricatto da Renzi – porteranno senza dubbio delle conseguenze”.

Nico Torrisi, ex assessore regionale e animatore di Catania Futura, esprime soddisfazione e parla di una scommessa vinta: “Mi fa molto piacere e devo dire che avevo scommesso sin dall’inizio sulla figura di Sergio Mattarella. Ha una storia personale limpida e pulita: un uomo dalla schiena dritta. Indubbiamente la Sicilia avrà una maggiore presenza fisica e istituzionale del presidente e non mi dispiace il fatto che sia cattolico”.

Nino D’Asero, deputato regionale di Ncd: “Si tratta di una scelta che crea un momento di distensione dal punto di vista politico. Sono molto fiducioso perché avremo un presidente siciliano. Ovviamente credo che sarà una figura super partes ma la sua sensibilità lo porterà ad avere un occhio di riguardo per la Sicilia”.

Pippo Digiacomo, deputato Pd e presidente della commissione sanità all’Ars: “Mattarella è una figura di grande spessore e in contrasto con le mode della politica contemporanea. E’ uno statista che porterà sobrietà e riservatezza, doti poco comuni in una politica urlata. Si tratta della scelta migliore che si potesse fare. Indubbiamente sarà il presidente di tutti ma non dimentichiamo che il mezzogiorno d’Italia è fondamentale per il rilancio della nazione e Napolitano ha messo la questione meridionale al centro del suo impegno”.

Il senatore Mario Michele Giarrusso del Movimento Cinque Stelle: “Noi abbiamo influito sulla scelta del candidato. Non è chiaramente una scelta di Renzi che ha dovuto anche accontentare la sua minoranza interna altrimenti avrebbe scelto la Finocchiaro o Amato. Sicuramente è una figura prestigiosa ma chiederemo conto delle responsabilità da ministro di Mattarella sulla vicenda dell’uranio impoverito che ha fatto morire molti nostri ragazzi: una macchia e un’ombra sulla sua attività”.

Per il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone “Mattarella, nei tre anni trascorsi alla corte, si è contraddistinto per essere l’autore, tra le altre, di pronunce che hanno saputo coniugare le esigenze poste dalla crisi economico-finanziaria con il necessario rispetto dell’autonomia politica e legislativa delle regioni, rifuggendo da un’idea di regionalismo come mere difesa di rendite di posizione”

Il commento di Nello Musumeci, presidente commissione antimafia all’Ars: “Il nuovo presidente della Repubblica, Il primo siciliano, ha il cognome di un martire della mafia portato da sempre con molta sobrietà. Detto questo, un’amara considerazione politica: si elegge ancora una volta un italiano che gli italiani non hanno votato e che non avrebbero votato se chiamati a scegliere direttamente. Non é colpa di Mattarella. É colpa nostra, della Destra più che di altri: in 20 anni la seconda repubblica ha fallito proprio su questo tema. Il diritto dei cittadini a scegliere ed essere centrali nella vita democratica. É iniziata con il “Mattatellum” la speranza di chiudere la stagione partitocratica. Finisce con Mattarella la sublimazione della partitocrazia, tornanta onnivora e spregiudicata nel nome e volto di Matteo Renzi”.

Per Fabio Granata di Green Italia Mattarella è “rappresentativo, preparato e per bene: da questo contesto politico difficilmente poteva emergere una figura migliore. Certo non racconta “la mia idea dell’Italia”ma questo è un’altra storia: avrei sostenuto un Presidente come Carlo Petrini, che “parlasse” della eccellenza e del patrimonio materiale e immateriale italiano”.

Mentre Leoluca Orlando rivolgendosi direttamente al presidente, esordisce così “Signor Presidente, a nome mio personale, della Giunta e dell’Amministrazione comunale e di tutta la città di Palermo, desidero esprimere la gioia e l’orgoglio, l’emozione che ci ha dato la sua elezione alla più alta carica dello Stato”

L’imprenditoria saluta con favore la scelta di Mattarella. Giuseppe Ursino – ex Confindustria nazionale e fondatore del Tavolo per le Imprese – ha conosciuto di persona il nuovo presidente: “Ho avuto modo di parlargli nel 1995. Mattarella è una persona felpata e non è vero che non sorride: sorride ma è una persona rigorosa. Sono felice di questa scelta perché il problema del Sud e della mafia assumeranno una rilevanza nazionale ed è uno dei pochi politici siciliani di livello. Hanno detto che dentro ha il fil di ferro: è un dato positivo e penso sia giusto”.

“Come giudice costituzionale – prosegue Ursino – gli spettava l’auto blu ma lui ci ha rinunciato. Ricorda come profilo i politici della generazione di De Gasperi, figure che hanno costruito la Repubblica”.

Ma anche Maurizio Zamparini è intervenuto “Porgiamo le nostre congratulazioni al Presidente Mattarella e non appena gli impegni istituzionali lo consentiranno, la società rosanero sarà lieta di invitarlo allo stadio Renzo Barbera per una sfida casalinga”.

L’esponente dem Giovanni Burtone: “Confesso la mia profonda emozione nell’aver ascoltato dalla presidente della Camera la proclamazione di Sergio Mattarella presidente della Repubblica. Non solo perchè ne sono amico e ho avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo nel corso degli anni per le sue indubbie capacità ma soprattutto perchè è la persona giusta per ricoprire un ruolo non semplice in anni che si prosepettano sicuramente complessi e carichi di incognite. Abbiamo affidato la più alta carica dello Stato ad un vero garante ed anche chi oggi non lo ha sostenuto avrà modo di ricredersi. E’ uno storico risultato anche per la Sicilia che per la prima volta vede un suo figlio Capo dello Stato. Un figlio che ha visto suo fratello essere ucciso dalla mafia. La sua elezione è anche questo. Infine, lasciatemelo dire è anche il riconoscimento di una cultura, quella cattolico democratica, che ha saputo costruire le ragioni dell’incontro con i riformismi di tradizione laica e socialista e in senso più ampio di sinistra che ha dato vita ad importanti stagioni per il nostro Paese. E il mio ricordo va anche all’indimenticato amico Rino Nicolosi. Un sincero augurio al Presidente Mattarella. Orgoglioso della scelta del PD, costruita con saggezza da Matteo Renzi, e di aver avuto l’onore di votarlo”.

Valentina Zafarana, capogruppo 5 Stelle all’Ars: “Mattarella o è il risultato di una prova di forza tra Pd e Fi o il risultato di una sceneggiata tra i medesimi protagonisti del patto del Nazareno. E’ stato eletto come ordinato da Renzi: alla quarta votazione, il problema di tenuta democratica e di rappresentatività di questa situazione si riproporrebbe nelle stesse modalità del caso Napolitano”.

“Mattarella – prosegue Zafarana – è la rappresentazione di un paese fortemente spaccato e conservatore. Il fatto che sia palermitano cambia poco. La Sicilia rimarrà periferia del paese, granaio, quando serve, per le casse dei padroni”.