Morte Mimmo Crisafulli, l’ultimo atto in Cassazione. Pietro Crisafulli: “Non si patteggia con la morte”

Morte Mimmo Crisafulli, l’ultimo atto in Cassazione. Pietro Crisafulli: “Non si patteggia con la morte”

CATANIA – L’udienza in Cassazione del processo Crisafulli si terrà martedì 11 febbraio 2020. Un giorno importante per la famiglia di Mimmo, ucciso a Catania in un incidente stradale: la sentenza potrà infatti confermare o ribaltare la condanna stabilita dal Giudice per l’udienza Preliminare di Catania nei confronti di Anastasia Conti.

L’ultimo capitolo giudiziario della tragedia di Mimmo Crisafulli sarà scritto per decidere sui ricorsi presentati dalla difesa della famiglia Crisafulli, e dall’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada capeggiata dal Veronese Alberto Pallotti, contro la decisione del giudice per l’udienza Preliminare di Catania, che aveva concesso un patteggiamento condannando Anastasia Conti a 5 mesi e 10 giorni di reclusione con la condizionale, pena non menzione, con l’accusa di omicidio stradale per la morte del 25enne, avvenuta a Catania il 6 marzo 2017.

La difesa civile chiede l’annullamento della sentenza, ritenuta illegale e illegittima, nei motivi richiamati chiedono alla Suprema Corte, che gli atti vengano trasmessi alla Corte Costituzionale perché venga dichiarata l’illegittimità incostituzionale dell’articolo 447 del CPP nella parte in cui non prevede il diritto della persona offesa a interloquire all’udienza fissata. Infatti, la direttiva dell’Unione Europea 29 del 2012 declinerebbe nel dettaglio il diritto fondamentale dell’offeso a partecipare al procedimento e al processo, ed in particolare, il diritto ad essere ascoltato e fornire prove.

Uno scontro dagli esiti imprevedibili. Gli ermellini potrebbero confermare la sentenza, rendendo così la decisione definitiva. Se, invece, accogliessero il ricorso della difesa – appoggiata dai familiari di Crisafulli, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Incardona, e avvocato Emilio Perfetti (A.I.F.V.S onlus) – si disputerà un nuovo processo.

Quello di Mimmo Crisafulli è un caso che ha fatto molto discutere, poiché il padre Pietro, e altri parenti, si incatenarono ad oltranza davanti al Tribunale Catanese, mobilitando anche associazioni che chiesero a gran voce giustizia, affiancando la famiglia in una dura battaglia.

“Dall’archiviazione all’apertura delle indagini, fino ad arrivare al patteggiamento, senza un processo è stata una vergogna inaudita – ha commentato il papà di Mimmo, Pietro Crisafulli (presidente di Sicilia Risvegli Onlus, oggi responsabile Ass.ne Italiana Familiari e Vittime della Strada delle sede di Catania e regista del film “La voce negli occhi”) – Vogliamo giustizia vera, non si patteggia con la morte. Lei condannata a 5 mesi nemmeno sulla carta, a noi è rimasto l’ergastolo di dolore. L’11 febbraio manifesteremo a Roma davanti la Corte di Cassazione, se verranno respinti i ricorsi, oltre a ricorrere alla Corte Europea di Trasburgo, andremo via dall’Italia per sempre, chiederò con forza di togliermi la cittadinanza italiana, perché sono stato condannato definitivamente all’ergastolo del dolore, senza aver ottenuto giustizia in Italia”.