La protesta di 390 Comuni isolani contro i tagli: luci spente per 5 minuti

La protesta di 390 Comuni isolani contro i tagli: luci spente per 5 minuti

PALERMO – I tagli del governo regionale e nazionale hanno messo in ginocchio i Comuni e l’Anci Sicilia oggi ha dato vita a una singolare forma di protesta: lo spegnimento delle luci del municipio per 5 minuti.

“In relazione alle diverse realtà territoriali – spiegano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia – i sindaci potranno autorizzare lo spegnimento delle luci nei palazzi municipali, nella piazza antistante il municipio, oppure in qualunque parte della città ritenuta rappresentativa”.

Come spiegano gli esponenti dell’Anci le ragioni della mobilitazione sono rappresentate dal crescente malessere per i tagli ai Comuni che non riescono ad assicurare i servizi essenziali.

“La protesta è stata pianificata – spiega Orlando – anche alla luce delle recenti relazioni della Corte dei conti che, in due diverse occasioni, ha sottolineato la sproporzione dei tagli effettuati ai danni degli enti locali”.

La protesta voluta dall’associazione dei comuni siciliani è partita lo scorso 21 gennaio: i sindaci siciliani, a scopo dimostrativo, hanno collocato a mezz’asta le bandiere della Regione Siciliana.

Il prossimo 9 febbraio, invece, in tutti i comuni dell’Isola saranno convocati consigli comunali aperti con la partecipazione di sindaci e giunte.

Il consigliere comunale di Catania Sebastiano Anastasi ricopre anche la carica di consigliere regionale Anci per la Sicilia orientale e ha condiviso le ragioni della protesta auspicando un allargamento delle manifestazioni: “La situazione degli enti locali è drammatica e tutte le azioni messe in campo sino ad ora non hanno sortito gli effetti sperati. Per questo penso che occorra allargare la protesta sino a Roma e farci sentire dal governo nazionale”.

“Quando il consiglio dell’Anci si è riunito all’Ars – prosegue Anastasi – si è parlato di uno scontro istituzionale senza precedenti tra Comuni, Regioni e Stato. Poi sono i sindaci, penso particolarmente a quelli dei piccoli centri, a dover rispondere ai cittadini dei tagli e che rischiano in prima persona a fronte della rabbia della gente”.

“Purtroppo – conclude il consigliere – i sindaci sono amministratori del nulla. Allo stato attuale tanto vale inviare i commissari in tutti i Comuni piuttosto che parlare di tagli di indennità. Ci vuole una svolta e per questo ho proposto di andare a Roma. La Sicilia, visto che spesso è laboratorio politico, potrebbe dare il là a una riforma totale degli enti locali partendo dai Comuni”.

Sulla situazione etnea Anastasi spiega che “c’è grande attenzione per l’area metropolitana ma non si sta facendo nulla per ripensare i quartieri e le municipalità”.