Catania, torna pian piano alla ribalta il Teatro Massimo Bellini: “Un gioiello che non può essere abbandonato”

Catania, torna pian piano alla ribalta il Teatro Massimo Bellini: “Un gioiello che non può essere abbandonato”

CATANIA –In questi anni la situazione del Teatro Massimo Bellini di Catania è andata a peggiorare e i problemi già esistenti si sono aggravati. La Regione ha sempre diminuito i fondi da una decina di anni a questa parte, sino al limite della sopravvivenza, per cui tutta la produzione, i cantanti ospiti, la produzione e l’orchestra stessa ne hanno risentito parecchio”.

A dirlo è Antonio Dicredico, professore d’orchestra secondo leggìo dei violoncelli del Teatro Massimo Bellini di Catania, vittima anch’egli della crisi che ha investito il panorama culturale catanese.

Il teatro ha avuto sino a ora anche problemi strutturali interni – continua – perché non ci sono stati i soldi per fare riparazioni e altri interventi. Le giustificazioni, se così possiamo chiamarle, che la Regione dava a noi dipendenti per questa mancanza di liquidità sono state varie e a volte contraddittorie: da un lato si diceva che non c’erano soldi per via della situazione complessiva, dall’altro si diceva che c’erano stati degli sprechi (cosa a mio parere non veritiera in quanto il Teatro da questo punto di vista è uno dei più virtuosi). Fatto sta che con uno stanziamento minimo che ci permetteva di avviare una basilare produzione artistica e pagare gli stipendi, ci ritroveremo l’anno prossimo ad avere le entrate dimezzate. E questo è per noi molto umiliante perché al di là del lato artistico, noi viviamo di questo”.

Adesso vediamo come si evolverà la situazione. Abbiamo fatto un incontro con i sindacati e lo stesso Presidente Musumeci perché si vociferava addirittura una probabile chiusura del teatro – conclude -. Fortunatamente questo rischio per il momento è stato allontanato e il governatore ha comunque assicurato un nuovo impegno per garantire la riapertura delle porte del gioiello catanese”.

La stagione 2019 sembra, quindi, al momento salva. La struttura già in questi giorni è tornata alla ribalta proponendo agli spettatori una produzione artistica e musicale che lo sta facendo tornare, pian piano, agli antichi splendori.

Per la stagione 2020 servirebbero 13 milioni e 600mila euro per assicurare gli stipendi, la manutenzione e ospitare cantanti e artisti di un livello adeguato alla struttura. Confidiamo in una soluzione che ci permetta di trovare fondi, magari incentivando il pubblico a intervenire: se offri delle performance deludenti, il pubblico se ne va; viceversa, se dai qualcosa di coinvolgente e produzioni eccellenti, il pubblico torna. È come un cane che si morde la coda. Speriamo che il tentativo portato avanti dalla Regione dia qualche risultato”.

Bisogna quindi sensibilizzare la città di Catania a questo gioiello che la caratterizza: una struttura nazionale e internazionale importantissima che va avanti ininterrottamente da 130 anni e che non può essere abbandonata a se stessa.

Fonte foto: Google Maps