PALERMO – Si celebra il 25 ottobre di ogni anno la giornata internazionale della pasta, conosciuta anche con il nome inglese di World Pasta Day. Questo piatto di origine prettamente italiana è diventato una vera e propria eccellenza a livello nazionale e, soprattutto, internazionale, tanto che è stato deciso di dedicargli interamente una giornata.
La ricorrenza è stata istituita la prima volta ben 21 anni fa e, da allora, si ripropone ogni anno di raccontare il piatto principe della cucina mediterranea nel mondo. Per l’edizione 2019 lo scopo sarà sperimentare gusti e consistenze della pasta del futuro.
Tra le varie proposte lanciate su internet, oltre al grande classico della pasta al pomodoro, in particolar modo degli spaghetti, ci sono i piatti a base di verdure e sostenibilità che utilizzano prodotti a base vegetale con ricette bio, i piatti fusion, cioè che derivano da una serie di contaminazioni enogastronomiche, e una proposta cosiddetta “semplice” che propone una riduzione delle porzioni e una lista più corta di ingredienti in modo da evitare sprechi alimentari.
Il concetto di spaghetti al pomodoro si è, però, allargato dando vita a tanti tipi di pasta che si possono provare in alternativa come quella integrale, al farro, ai cereali, alla farina di legumi, anche se per buona parte degli italiani il gusto classico vince su tutti.
La pasta, nonostante tutto, non viene sempre vista di buon occhio, tanto che tantissime persone sono convinte che faccia ingrassare e, quindi, ne consumano meno e in quantità limitate.
In realtà, la scienza dice che può essere tranquillamente consumata anche di sera e che non farebbe per niente ingrassare confermando, anzi, che mangiare carboidrati a cena, e in particolare la pasta, potrebbe rivelarsi una scelta molto oculata, perché favorirebbe un sonno lungo e ristoratore per il corpo che è inversamente proporzionale all’aumento di peso. In poche parole, mangiare pasta a cena e dormire bene fa dimagrire.
Nemmeno a dirlo, il paese leader nella produzione e nell’esportazione di pasta è l‘Italia. I maggiori nostri compratori sono Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone.
Immagine di repertorio
