Festa dei Morti nel mondo: consuetudini e commemorazioni

Festa dei Morti nel mondo: consuetudini e commemorazioni

PALERMO – Il giorno della festa dei morti, che coincide in Italia e in altre parti del mondo con il 2 novembre, viene indicato nell’enciclopedia Britannica – uno dei più importanti documenti inglesi pubblicato nella sua prima edizione negli anni ’70 del settecento – come un giorno riservato nella Chiesa Cattolica Romana alla commemorazione dei fedeli ormai defunti, basandosi sulla dottrina secondo la quale le anime non si sono purificate dai loro peccati e che, quindi, non possono raggiungere la beatitudine.

Secondo alcune credenze popolari, invece, il giorno dei morti sarebbe di origine pagana. Infatti, l’idea di commemorare qualcuno che non c’è più prende ispirazione da un rito bizantino che celebrava tutti i morti, in un periodo compreso, all’incirca, tra gennaio e febbraio.

Gli unici punti in comune che le varie tradizioni hanno tramandato al giorno d’oggi nei vari paesi del mondo sono le visite ai cimiteri e il portare in dono fiori e lumini. Nei paesi dell’America Centrale, per esempio, è consuetudine visitare le tombe e abbellirle con fiori e giocattoli nel caso in cui il defunto sia un bambino.

In Messico, al contrario, i defunti si festeggiano il 18 ottobre e la festa si prolunga fino al 30 novembre. È consuetudine, inoltre, invitare il primo passante incrociato sulla tomba del defunto, apparecchiata a festa.

In Cina, invece, la festa dei morti capita solitamente ad aprile e in questa occasione la famiglia visita la tomba del defunto al cimitero, pulendo le piante che fanno da cornice e ridipingendo i caratteri. Inoltre, viene fatta un’offerta di cibo, tè e vino insieme ad alcuni bastoncini di incenso da bruciare.

Immagine di repertorio