Vedette, turni e pause pranzo: il meccanismo dello spaccio nella “roccaforte” degli Arena – VIDEO

Vedette, turni e pause pranzo: il meccanismo dello spaccio nella “roccaforte” degli Arena – VIDEO

CATANIA – Efficiente, meccanica e remunerativa. Era una vera e propria “catena di montaggio” quella concepita da Angelo Ivan Lo Faro, parente della famiglia Arena che si occupava della gestione dello spaccio di stupefacenti nelle “due torri” di viale San Teodoro 7, a Librino.

L’organizzazione concentrava i propri “sforzi” all’interno di una roccaforte ben definita e strutturata attraverso un preciso sistema di difesa e autotutela. Nulla sfuggiva agli sguardi delle “vedette” che informavano immediatamente i pusher a ogni passaggio delle forze dell’ordine nei pressi della piazza di spaccio.

Un’attività che si articolava attraverso dei turni composti da 4-5 persone alla volta che erano compresi tra le ore 10 e il primo pomeriggio, per poi riprendere intorno alle ore 19 e proseguire fino a tarda serata, con il “rompete le righe” fissato per le 2 o le 3 di notte.

Lo spaccio non si fermava nemmeno durante le giornate festive. Anzi, durante i weekend e le “occasioni” particolari, i pusher agivano fino alle prime luci dell’alba del giorno successivo. Lo stesso Lo Faro, poi, si preoccupava di ordinare e di distribuire il cibo, in modo da non far mancare “le forze” ai fedelissimi.

 

 

 

 

Gli “ingranaggi” di questo meccanismo riuscivano a rimpinguare l’associazione con dei proventi giornalieri stimati sugli 8mila euro circa, per buona parte ricavati dalla vendita di marijuana, particolarmente richiesta.

Secondo le forze dell’ordine, veniva registrata una cessione di dose ogni 40 secondi. I pusher, quotidianamente, ricevevano al massimo 100 euro al giorno come paga per il loro lavoro.

 

 

 

Per garantire il “tranquillo” procedere dell’attività, l’organizzazione criminale aveva costruito mura e cancelli. Resistenze che, tuttavia, non sono bastate per difendere il fortino della droga dall’operazione della Polizia di Stato.