Il dolore si trasforma in sete di giustizia: conducente della Seat Leon e familiari “sorvegliati”

Il dolore si trasforma in sete di giustizia: conducente della Seat Leon e familiari “sorvegliati”

ADRANO – Sarebbe “pattugliato” dai carabinieri, Giuseppe Cusimano, il 40enne che conduceva la Seat Leon che alle prime luci dell’alba di domenica scorsa, si sarebbe schiantato sul guardrail della Catania-Paternò, causando il decesso di 4 giovanissimi.

Erika, Lucrezia – convivente di Cusimano – Salvatore, Manuele: sono loro le vittime del terribile sinistro ancora da ricostruire. Sono da poco trascorse le 4 del mattino quando il 40enne dapprima si schianta con un attenuatore d’urto, per poi ribaltarsi e finire contro il guardrail della rampa d’accesso della Zona Industriale, lungo la Strada Statale 121.

Un incidente autonomo che vede morire 4 dei 5 a bordo dell’auto. L’unico sopravvissuto, infatti, è proprio Cusimano, ricoverato nel reparto di Ortopedia dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Secondo quanto riportato in un servizio di Prima Linea Tg, il 40enne sarebbe “vigile”. “Si lamenta per i dolori”, ha dichiarato il direttore generale del reparto.

L’uomo – convivente, come vi dicevamo poc’anzi, di Lucrezia Diolosà Farinato, 28 anni -, sarebbe già stato sottoposto ai test tossicologici e alcolemici di cui si attendono i risultati. Le analisi riveleranno se il 40enne, che si sarebbe trovato in una discoteca di Aci Castello (CT) insieme agli altri occupanti dell’auto, aveva fatto uso e/o abuso di sostanze alcoliche e/o stupefacenti. Quella che al momento resta l’ipotesi più accertata, viste le condizioni del mezzo – ricordiamo che si è letteralmente tranciato in due – sarebbe l’alta velocità.

Un sabato sera spensierato, tra divertimento e musica – come testimoniano le stories di Manuele Petronio, 17 anni, postate su Instagram alcune ore prima la tragedia e gli scatti sorridenti di Lucrezia – si è trasformato in una strage. Quando le forze dell’ordine, i soccorritori e i vigili del fuoco si sono presentati sul posto, hanno fatto i conti con una scena a dir poco raccapricciante: 4 corpi stesi sull’asfalto, privi di vita.

Erika Germanà Bozza, appena 15enne, era fidanzata con Salvatore Moschitta, 20 anni. Quest’ultimo era il cugino di Lucrezia, che ha lasciato nella disperazione e nello sgomento anche due bimbi in tenera età.

Come vi dicevamo prima, Cusimano sarebbe sorvegliato da una pattuglia di carabinieri. Ma non solo lui. Sempre secondo il servizio dei colleghi di PrimaLineaTg, pare che anche i familiari del conducente dell’auto incriminata, siano sotto “scorta”. Il perché è da ricondurre al dolore trasformatosi in rabbia e in odio, in sete di giustizia, che familiari, parenti ed amici, starebbero alimentando in questi giorni di disperazione. Un raid punitivo contro chi avrebbe “ucciso” quattro giovani che la vita dovevano ancora viversela a pieno.

Domani, intanto, si svolgeranno i funerali delle vittime: un unico saluto alle 15,30 all’interno della chiesa di Santa Lucia di Adrano, comune dove i giovani vivevano e che ad oggi non si dà pace per quanto accaduto.