Sport agonistico, tanti sacrifici e rinunce da atleti e allenatori: “La forte passione non ci fa mollare”

Sport agonistico, tanti sacrifici e rinunce da atleti e allenatori: “La forte passione non ci fa mollare”

MISTERBIANCO – Lo sport è vita. Dietro questa frase si potrebbe nascondere un duplice significato. Indubbiamente l’attività fisica fa bene alla salute e reca giovamento a tutto il corpo, ma c’è anche chi dello sport ne fa una ragione di vita.

Sin da piccoli ci insegnano che fare movimento è importante per il benessere fisico e per crescere in maniera più forte e sana. Ed è proprio da questi primi passi mossi in palestra che alcuni vedono nella disciplina praticata qualcosa di più.

Oltre a mostrare un aspetto in forma, lo sport dona anche equilibrio mentale. Insomma, riesce a influenzare diverse sfere della nostra personalità, arrivando in alcuni casi a diventare uno stile di vita.

Per queste persone è impossibile stare lontano dalle quattro mura della palestra e quella stanza piena di attrezzi diventa praticamente la loro casa. La storia di Claudia Inferrera, 34enne catanese, istruttrice di ginnastica artistica, è un esempio di chi ha scelto di vivere anche di sport. Ha iniziato da piccolissima a praticare questo sport e dopo anni di gare ha capito che doveva fare della sua passione il suo lavoro. Infatti, insegna questa disciplina ormai da diversi anni a Misterbianco, in provincia di Catania.

Rispetto a quando ha mosso i suoi primi passi come atleta tante cose sono cambiate, ma la sua determinazione era così forte da superare qualsiasi difficoltà. Una tra queste erano i materiali utilizzati che più di vent’anni fa erano rigidi o addirittura mancanti. Oggi sono molto più morbidi e tutelano i muscoli e le ossa delle ginnaste, rendendo di conseguenza possibile la realizzazione di molti elementi più pericoli.

“Un altro strumento importante è internet che ha permesso la diffusione di tante discipline che prima erano sconosciute, ma dà anche la possibilità di aggiornarsi velocemente – afferma Claudia -. Cerco sempre di stare a passo con i tempi per garantire ai miei allievi strumenti all’avanguardia. Anche perché oggi c’è più apertura verso lo sport e le ore disponibili per l’allenamento sono aumentate”.

La vita di chi pratica lo sport ad alti livelli non è semplice, soprattutto in ambienti come questo dove l’elemento che ti spinge ad andare avanti è solo la passione. “Chiunque arrivi in palestra – spiega l’istruttrice –, anche la bambina più portata, deve prima passare da un turno principiante in cui si mettono in moto i primi automatismi necessari per i passaggi successi che avvengono grazie all’acquisizione di determinate capacità tecniche e fisiche”.

Preparare una gara agonistica richiede tanto sforzo e sacrifici. È necessario un allenamento di circa 3 ore al giorno per 5 volte a settimana e a ridosso della competizione resta come riposo solo la domenica. “I ritmi da seguire sono serrati e non si tratta solo di fatica fisica, ma anche mentale – continua la 34enne -. Non è facile seguire ore e ore di training e stare sereni psicologicamente è fondamentale per rimanere concentrati sul lavoro”.

Questo tipo di vita è inevitabile che assorba ogni sfera della quotidianità, come quella sociale e scolastica, e i primi cedimenti cominciano a manifestarsi nell’adolescenza, periodo in cui volere uscire e svagare con gli amici è pressoché normale. “Gli adolescenti sono coloro che accusano maggiormente il colpo – dichiara la 34enne –, sia perché il carico di compiti è più pesante sia perché il mondo fuori dalla palestra li inizia a incuriosire. I piccoli paradossalmente sono più concentrati sull’obiettivo, nonostante possa essere faticoso a livello corporale, e anche per quanto riguarda la scuola sono abituati sin dall’elementari ad anticipare compiti e non trascurare lo studio. In ogni caso che siano ragazzi o bambini nel momento in cui si presenta un periodo di difficoltà, è compito dell’allenatore allentare la presa e capire il motivo del disagio”.

“A volte mi rivedo in alcune delle mie allieve, soprattutto nelle problematiche psicologiche – continua -. Sebbene ogni tanto le rimproveri perché cerco di spronarle per dare sempre il massimo, il lato umano non lo abbandono mai, deve essere alla base di ogni cosa. Mi pongo come una sorta di insegnante – amica pronta ad aiutarle anche quando hanno preoccupazioni che non concernano la palestra. Avere un supporto all’interno è fondamentale per affrontare un percorso agonistico”.

“Il tempo passa ed è vero che il periodo per certi svaghi avviene a una determinata età, ma chi gareggia ad alti livelli – conclude l’ex atleta – sa che il momento del divertimento sarà più avanti quando la carriera agonistica (che spesso termina ancora da giovani) si concluderà definitivamente. Le rinunce avvengono sia da parte degli atleti che degli insegnanti. Ma sono privazioni che vengono fatte con piacere e che poi magari verranno ripagate con una vittoria importante che cancellerà tutti gli sforzi fatti”.