Dalle piante mediterranee potrebbero arrivare nuove fonti di energia sostenibile

Dalle piante mediterranee potrebbero arrivare nuove fonti di energia sostenibile

CATANIA – I ricercatori dell’Università di Catania puntano a ottenere energia e carburanti da piante erbacee perenni e spontanee tipiche dell’area mediterranea.

La sfida? Cercare nuove fonti di energia possibile, affidabili quanto il petrolio, ma senza effetti inquinanti.

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Al dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, gli studiosi del progetto “Optima” (Optimization of Perennial Grasses for Biomass Production) puntano su colture mediterranee in grado di crescere anche in ambienti difficili, in terreni non arabili o anomali. Tra queste ci sono l’Arundo donax (canna comune) e il Miscantus giganteus (introdotta dall’estremo oriente); si tratta di piante non usate a scopo alimentare, dalle quali si possono ottenere sia prodotti per combustione, come biocarburanti e bioetanolo, sia olio da pirolisi e da pirogassificazione. Quest’olio può essere ad esempio utilizzato nei motori diesel.

Il responsabile del progetto è Salvatore Cosentino, ordinario di Agronomia e Coltivazioni erbacee e direttore del Di3A, che in questa quarta puntata de “I Ricercati” è intervistato insieme a Giorgio Testa, ricercatore responsabile WP Optima, e a Danilo Scordia, assegnista di ricerca e project manager Optima. Il team composto da 21 addetti è già passato alla fase operativa, con risultati promettenti e i primi approcci con le industrie italiane interessate a questo tipo di ricerca sono già iniziati.

Optima, finanziato dal Settimo Programma quadro europeo, ha visto la partecipazione di 21 partner da 12 diverse nazioni tra atenei, centri di ricerca e pmi.