Cura, assistenza e ricovero… l’Istituto dei Ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania tra passato e presente

Cura, assistenza e ricovero… l’Istituto dei Ciechi “Ardizzone Gioeni” di Catania tra passato e presente

CATANIA – Correvano gli anni ’90 quando, nel capoluogo etneo, nasceva l’Istituto dei Ciechi “Ardizzone Gioeni”, un ospizio-spedale “in sollievo dei ciechi indigenti d’ambo i sessi”, lasciato in eredità dal filantropo Tommaso Ardizzone Gioeni.

Era il 30 maggio 1911 quando Catania ricevette “in mano” l’Istituto. Nel testamento, Ardizzone Gioeni, scrisse tutte le regole – non solo per la nascita della fondazione – ma anche per la nomina dell’esecutore del testamento e della prima fidecommissaria. Quest’ultima venne costituita il 14 aprile 1894, anno della morte di Ardizzone. Secondo quanto si evince dal sito ufficiale dell’Istituto: “La fidecommissaria, onorando la volontà del testatore, avviò il procedimento di riconoscimento della fondazione come Istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza ai sensi della legge 17 luglio 1890, n.6972, riconoscimento che fu dato con R.D. del 31 marzo 1895, con cui il re Umberto I innalzava la fondazione in Ente Morale”.

Da circa un secolo, centinaia di ciechi provenienti dalla nostra Isola e da diverse regioni del Sud Italia, hanno trovato cura, assistenza e ricovero. Un lavoro, quello dell’Istituto, che ha permesso a moltissimi non vedenti, “di entrare a pieno titolo nella società”.

Alcuni giorni fa, però, la struttura è stata al centro di “due interrogazioni” presentate “al Governo regionale” dalla deputata all’Ars del M5S Gianina Ciancio. “Abbiamo fatto sopralluoghi e abbiamo rilevato l’assenza di visione nella gestione di questa struttura che ha delle potenzialità enormi e, ad oggi, risulta essere totalmente abbandonata a sé stessa”. Ma non è finita qui, dal canto suo, anche l’esponente pentastellata alla Camera dei Deputati, Maria Laura Paxia, spiegava: “La scuola sta vedendo chiudere il corso di formazione attualmente attivo, che è per centralinisti, e a partire dal prossimo anno scolastico non accetterà altre iscrizioni”. 

Per questi e tanti altri punti di domanda, abbiamo deciso di chiedere delucidazioni e chiarimenti al commissario straordinario dell’Istituto, il dottor Giampiero Panvini, che dritto al dunque e senza peli sulla lingua, ci ha spiegato e raccontato, passo dopo passo, dal suo arrivo nella struttura ad oggi.

“Sono arrivato in questo ente all’inizio del 2016: una sfida personale che ad oggi posso dire di aver vinto, soddisfatto dei traguardi raggiunti”, inizia così il racconto del dottor Panvini. “Prima del mio insediamento nessuno voleva fare il commissario. Si era dimesso uno dei più illustri Prefetti della Sicilia. Subito dopo anche una viceprefetta, in un solo mese, aveva deciso di lasciare il ruolo di commissario. Venne nominato allora un dirigente della Regione che neanche si insediò e allora mi venne proposta questa, chiamiamola, ‘sfida’: l’Istituto era pronto per essere chiuso, era l’unico ente dove c’era il livello di scioglimento fatto direttamente dalla Regione per i debiti e le situazioni gravi che c’erano. La mia nomina aveva durata di un mese, una cosa ‘rara’, perché di solito, le nomine, hanno minimo una durata trimestrale”. 

“Ancora oggi ricordo le parole che mi vennero dette – continua il dottor Panvini -, come fosse ieri: ‘Se puoi salvarlo ti confermo, altrimenti lo chiudiamo, perché nessuno ci vuole andare’. Ho deciso di prendermi questo incarico perché in un certo senso mi sentivo legato a questa struttura; mio padre negli anni ’70-’80, insieme al Provveditore degli Studi, aveva instaurato dei corsi di sostegno. Ad oggi tutti gli insegnanti di sostegno che abbiamo, sono usciti da quella scuola”. 

Cancelli spalancati, debiti per 1 milione e 800mila euro, citofoni rotti, spacciatori all’interno e persone drogate nei viali. E ancora: 5 mesi non pagati e 1 anno di contributi non versati. È questa la situazione che il dottor Panvini trova al momento del suo arrivo. “Per venti giorni 12 operai della Forestale – in modo gratuito, grazie ad una circolare sfruttata, dell’allora presidente Crocetta, che consentiva la pulizia dei giardini degli enti pubblici per l’antincendio senza spendere denaro – hanno lavorato per rimettere in sesto quello che restava del verde dell’Istituto. Le condizioni all’interno erano disperate”. 

“Da quando è stato istituito questo ente, da inizio ‘900 ad oggi, c’è stato un calo dei non vedenti del 3.000% (fortunatamente). Lo spopolamento di cui si parla è dovuto a questo – spiega il dottor Panvini in riferimento alle due interrogazioni di cui vi abbiamo già accennato poc’anzi -. Siamo uno dei pochi enti in Sicilia con tutti i bilanci approvati. Quando sono arrivato io non si presentavano bilanci da 4 anni. Oggi siamo uno dei pochi enti non solo con i bilanci approvati, ma anche con tutti gli stipendi pagati. Se questo è degrado…”.

Cancelli e videocitofoni funzionanti, telecamere interne accese che videoregistrano per ragioni di sicurezza 24 ore su 24. “Fresco” dei giorni scorsi è l’intervento di pulizia della Dusty, grazie al rapporto di collaborazione con l’amministratore unico Rossella Pezzino de Geronimo, che ha deciso in modo gratuito di ripulire il giardino esterno “per la nostra città”.

“La struttura non è per niente abbandonata – conclude il dottor Panvini -. Il corso di formazione per centralinisti lo ha chiuso la Regione, non io. Era una bellissima opportunità per i non vedenti, ma non è stata una mia scelta“. La chiusura della scuola, con annesso corso di formazione per centralinisti, potrebbe anche essere una “sconfitta”, ma per il dottor Panvini, commissario straordinario dell’Istituto “Ardizzone Gioeni”, lanciare uno sguardo ai ricordi del passato e ammirare le condizioni della struttura oggi, può essere soltanto una grande soddisfazione.