Incubo maleducazione: i tipi umani che rischi di incontrare al cinema

Incubo maleducazione: i tipi umani che rischi di incontrare al cinema

Cellulari che squillano, conversazioni ad alto volume e sporcizia abbandonata ovunque. Sono solo alcuni degli elementi che contraddistinguono un “tranquillosabato sera al cinema. Perché per assistere alla prima proiezione di una nuova commedia appena uscita e che si preannuncia come un successo al botteghino, bisogna mettere in conto anche, se non soprattutto, la maleducazione di una fetta (di proporzioni preoccupanti) di spettatori.

I cellulari con la suoneria attivata sono uno dei grandi e tristi classici dei nostri giorni. Incappare in qualcuno del pubblico che riceve una telefonata e, per di più, decide di rispondere a decibel sostenuti non è purtroppo una rarità. Come non lo è trovare il vicino di posto che scambia la sala cinematografica per il salotto di casa adottando una totale libertà di linguaggio e commento, naturalmente a un volume ben udibile, per ogni scena del film. Senza dimenticare di leggere ad alta voce qualsiasi tipo di scritta compaia sul grande schermo, perché senza il suo importante apporto non riusciremmo a decifrarne il contenuto. E poco importa se così rischia di dare sfoggio di scarsa padronanza non solo della lingua inglese ma anche di quella italiana madrelingua. Un particolare “ringraziamento” va, invece, a chi nel corso della proiezione decide di tenere aggiornato il pubblico sull’evoluzione in diretta di ogni risultato calcistico, nazionale e internazionale.

Una menzione a parte la meritano, poi, tutti coloro che si recano al cinema, pagando regolare biglietto, per tenere gli occhi incollati allo schermo… del proprio smartphone, sia per non mollare quell’importantissima conversazione su WhatsApp, Messenger o Telegram, sia per non rinunciare allo scroll selvaggio del proprio feed su Facebook, Instagram o qualsivoglia social. Verrebbe da chiedersi sulla base poi di quale visione redigeranno la puntuale recensione che non mancheranno di pubblicare sui propri profili una volta abbandonato il buio della sala. Buio che proprio l’utilizzo smodato dei cellulari con luminosità massima, ça va sans dire, ha contribuito a rendere più illuminato.

Ci sarebbe poi da aprire una parentesi per chi gode di un così elevato senso dell’umorismo da riuscire a ridere di cuore, ma soprattutto di petto e gola, di qualsiasi parola venga pronunciata dagli attori del film scelto. Attenzione, non frase o battuta, ma singola parola. È chiaro che nascondono il segreto della felicità.

Non bisogna dimenticare, tra la variopinta umanità che riempie le poltrone dei cinema, coloro che occupano “sbadatamente” un posto diverso da quello opportunamente segnalato sul biglietto, restando quasi infastiditi e scocciati quando poi si palesa chi invece lo ha avuto assegnato a reclamarlo, costringendoli quindi a doversi spostare.

Altra specie protetta quella formata da chi allunga le proprie gambe fino a utilizzare il poggiatesta del sedile di fronte come poggiapiedi. Un esempio di rilassataeleganza“.

E quando, infine, si riaccendono le luci in sala, ecco che si mostra lo “spettacolo” finale: cibo e spazzatura di vario genere a perdita d’occhio, con gli addetti alla pulizia già schierati e sviliti di fronte alla quantità di immondizia che la pigrizia degli spettatori ha lasciato come traccia del proprio passaggio.

Che la maleducazione sia ormai diffusa su larga scala è un dato di fatto e non circoscritto solo allo spazio ridotto di una sala cinematografia, dove la convivenza forzata per qualche ora potrebbe essere la scusa per parlare di fenomeno ingigantito. Potranno esserci sì cinema più “esposti” al rischio cafonaggine per la grande affluenza che registrano, ma si tratta di una problematica che interessa ogni campo e aspetto del quotidiano. Come l’esperienza personale di ciascuno può testimoniare con aneddoti di giornaliera inciviltà.

Senso civico e capacità di stare in mezzo agli altri: due caratteristiche fondamentali che sembra si stiano inesorabilmente perdendo. Recuperarle si può e si deve, per riappropriarsi del vivere civile e del rispetto, per se stessi e per gli altri. E perché no, godersi finalmente un tranquillo sabato sera al cinema.

Immagine di repertorio