Resto al Sud: da ora anche i liberi professionisti possono accedere al finanziamento per le PMI del meridione

Resto al Sud: da ora anche i liberi professionisti possono accedere al finanziamento per le PMI del meridione

Il divario economico, soprattutto in termini di lavoro ed occupazione, tra nord e sud è un problema che continua, purtroppo, ad occupare l’agenda politica anche nel 2019. Tuttavia, per tentare di risolvere questo problema ci sono alcuni progetti il cui scopo è quello di valorizzare nuovamente i territori del meridione.

Tra questi c’è Resto al Sud, il programma di finanziamenti volti a far nascere nuove attività nelle regioni del sud Italia oppure ad ampliare e sviluppare quelle già esistenti. In questo modo si  prova dunque a dare nuova linfa vitale a territori da troppo tempo afflitti dalla piaga della disoccupazione.

Vi è da segnalare inoltre che con la nuova legge di bilancio è stato aumentato il bacino di enti e soggetti che possono beneficiare di tale finanziamento, la cui cifra totale ammonta a €50.000 per i liberi professionisti e €200.000 per le società.

Adesso potranno infatti fare richiesta anche: i liberi professionisti, che però non devono essere stati titolari di Partita IVA, nei dodici mesi precedenti, di un’attività analoga a quella per cui ora fanno richiesta; tutti coloro i quali abbiano fino a 46 anni di età non compiuti.

Per accedere a Resto al Sud ci sono comunque dei requisiti che vanno naturalmente rispettati. Primo su tutti, ovviamente, essere residenti in una delle regioni del sud: Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Molise, Campania, Puglia. Inoltre non bisogna avere, al momento in cui si effettua la richiesta, un contratto a tempo indeterminato presso una qualsiasi attività.

Il finanziamento poi è esteso anche a chi si trova all’estero, ma ha intenzione di avviare un’attività imprenditoriale nel meridione. In questo caso ovviamente i tempi a disposizione sono diversi: se per chi si trova in Italia ci sono a disposizione 60 giorni dall’ottenimento dei soldi, chi è all’estero ne ha 120.

Il finanziamento, infine, è rivolto alle attività che operano in determinati settori, tra i quali: ristorazione, turismo, agricoltura e molti altri. Anche se può sembrare superficiale, è bene sottolineare che violare anche uno solo dei requisiti imposti comporta l’annullamento immediato dell’accesso al finanziamento.

Le novità introdotte nell’ultima legge di bilancio sono quindi un’ottima notizia per chiunque volesse dare vita ad un’attività imprenditoriale nel sud Italia, tuttavia l’iter burocratico può risultare un vero e proprio percorso ad ostacoli in grado di spegnere tutto l’entusiasmo.

Non bisogna però abbattersi, perché è possibile affidarsi a dei veri e propri esperti nel settore che saranno in grado di affiancare ogni imprenditore in tutta la fase iniziale. Ad esempio tra questi c’è Contributi PMI, il team di consulenza che spicca proprio per l’ottenimento di finanziamenti a fondo perduto come Resto al Sud.

Collegandosi al portale, è possibile consultare anche numerose guide relative proprio all’apertura di un’attività imprenditoriale. Resto al Sud presenta dei parametri da rispettare anche una volta ottenuto il finanziamento.

Per esempio i beni ottenuti tramite i soldi dell’incentivo non possono essere destinati ad usi diversi da quelli iniziali nei primi 5 anni, o comunque fino all’estinzione del finanziamento bancario.

Si prospetta dunque un’ottima occasione per chiunque volesse lanciarsi nel mondo imprenditoriale, specialmente nelle regioni del sud Italia. Non resta dunque che informarsi a dovere facendosi aiutare anche da degli esperti e dare il via ad una nuova attività.