“Il segreto di Audrey Hepburn” e le angosce personali di una diva di Hollywood

“Il segreto di Audrey Hepburn” e le angosce personali di una diva di Hollywood

CATANIA – La classe, la dolcezza e l’iconico stile di Audrey Hepburn rivivono sul palco del Giardino Pippo Fava, nell’ambito della rassegna “Sere d’estate in giardino” nell’inedita pièce “Il segreto di Audrey Hepburn” dello scrittore e drammaturgo Sal Costa, in replica il 4, 5, 14 e 15 settembre.

Uno spettacolo promosso da Fabbricateatro e diretto da Elio Gimbo, ispirato al libro “La guerra di Audrey” dello scrittore Robert Matzen, che racconta le angosce e le sofferenze vissute dall’attrice di “Colazione da Tiffany” diventata staffetta della Resistenza sotto l’occupazione nazista, conoscendo fame, denutrizione, bombardamenti e morte dopo essere stata abbandonata dal padre un conte inglese ed essere fuggita in Olanda con la madre la baronessa Ella Van Hemstra, con la quale non riuscirà ad avere un vero legame materno.

Dolore che la segnerà a vita e si rifletterà da sempre nei suoi occhi da cerbiatto, anche nelle foto patinate di Hollywood, un’antica tristezza mai superata.

Un intenso atto unico generosamente applaudito dal pubblico presente che dopo un’intervista scomoda di un giornalista di Vogue che vuole conoscere i segreti della diva di punta della Paramount, una donna già arrivata e vincitrice dell’Oscar, scuote la psiche della protagonista di “Vacanze romane” interpretata con grande coinvolgimento da una eccellente Sabrina Tellico che si confessa alla fedele e materna assistente Molly, una brava Cinzia Caminiti, svelando le tante atrocità vissute ad Amsterdam in contemporanea con Anna Frank sei settimane più piccola dell’attrice.

Con eleganza e garbo il cast di attori capitanato da Sabrina Tellico e Cinzia Caminiti e composto da Daniele Scalia e Babo Bepari svelano, sulle scene di Bernardo Perrone con i costumi di Mario Alfino, il volto privato di Audrey Hepburn, l’indimenticabile protagonista di “Sabrina”, che nonostante i tanti successi ottenuti dal mondo fintamente dorato del cinema tra eleganti abiti e flash dei fotografi come si legge nel libro e si vive nella rappresentazione non bastano ad eliminare quelle ferite mai cicatrizzate dell’anima, che portano il pubblico a riflettere sui troppi errori commessi da un’umanità piccola e meschina che antepone, ieri come oggi, i vuoti concetti di razzismo e supremazia della razza.