Un matrimonio, una speranza

Un matrimonio, una speranza

Sembra cosa da poco, ma in questo momento storico non lo è affatto. Tutt’altro. Il matrimonio di Palermo fra la ragazza rom, figlia dell’imam del campo nomadi, e un cattolicissimo palermitano, ha valenza assai significativa.

I recenti fatti di Palermo ci trasmettono l’inquietudine di una esagerata intolleranza del mondo islamico nei confronti del mondo occidentale. La strage di Parigi nel giornale satirico è la cima di un monte cresciuto poco a poco ma inesorabilmente. Dall’attentato delle due torri a New York non c’erano stati comunque episodi di così tanta gravità.

Insomma il mondo islamico ha deciso che è finalmente giunto il momento della resa dei conti con l’occidente.

Abbiamo ricevuto in redazione una nota di padre Resca, sacerdote catanese noto per le sue battaglie per l’uguaglianza e per i diritti degli “altri”. La riportiamo fedelmente perchè dà lo spunto per una importante riflessione.

“Scherza coi fanti e lascia stare i santi”. La libertà è sacrosanta, ma altrettanto sacrosanto è il rispetto per tutto ciò che qualcuno, a torto o a ragione, considera sacro e santo. È certamente esecrabile che, per una vignetta irriverente, per una innocua presa in giro, per una innocente risatina, si uccidano, a sangue freddo, undici persone. La reazione è fuor di dubbio sproporzionata ed enormemente inadeguata. Ma, come dice un altro proverbio siciliano, “chi ha più sale, condisce la minestra”. Noi occidentali, ormai da tempo secolarizzati, abbiamo imparato a sorridere delle cose sacre e delle cose serie, a volte senza l’intenzione di dissacrarle o di deriderle, ma abbiamo anche perduto il rispetto e la comprensione per coloro che, per svariati motivi, sono molto più indietro di noi sulla strada della tolleranza. Soprattutto quando, con il pretesto di vendicare la presunta offesa ricevuta, menti malate e fanatiche sono capaci di reagire al di fuori di ogni logica, perché imbevuti di un odio religioso che anche noi nel passato abbiamo contribuito a rinfocolare. Io sono cristiano e sono occidentale. Se qualcuno scherza o ironizza sulla mia fede, soprattutto se lo fa in maniera intelligente, ci faccio su una bella risata e sono certo che ci rida su anche il buon Dio. Ma se questo “sense of humour” manca, se l’intelligenza difetta, se l’imbonimento mentale abbonda, se la follia domina, se il pretesto domina le scelte, non potremmo, noi occidentali, aspettare tempi migliori per riderci su attraverso un giornale e, nel frattempo raccontarci le freddure davanti a un bel bicchiere di birra?”.

Don Salvatore Resca riassume in poche righe quello che il “nostro” mondo occidentale ci ha abituato a pensare su discriminazioni religiose, sociali o di razza.

Ecco perchè il matrimonio di Palermo ha un grande valore, non solo simbolico. Perchè è l’unione fra due mondi contrapposti, pericolosamente armati di ideologie e culture troppo diverse. In altre parole è un segno di speranza che abbiamo il dovere di raccogliere e di cui fare tesoro per il miglior futuro che dobbiamo lasciare ai nostri figli, islamici o cristiani che siano.