“Verso l’infinito e oltre”, da Armstrong a Parmitano: per i 50 anni dal primo allunaggio lo spazio si colora di Sicilia

“Verso l’infinito e oltre”, da Armstrong a Parmitano: per i 50 anni dal primo allunaggio lo spazio si colora di Sicilia

PATERNÒ – Oggi, 20 luglio 2019, è un giorno importantissimo per gli astronauti di tutto il mondo. Una ricorrenza che, probabilmente, per loro vale quanto il Natale per i cattolici. Lo stesso giorno di 50 anni fa (1969), Neil Armstrong e Buzz Aldrin misero piede, per la prima volta nella storia dell’umanità, sulla Luna. Il loro collega Michael Collins, invece, controllava il modulo di comando Columbia in orbita.

Da un allunaggio all’altro e “oltre”. Oltre, come il nome della missione che dovrà affrontare oggi Luca Parmitano, tradotta dall’inglese Beyond. Dall’America a Catania, precisamente Paternò, il nostro astronauta partirà alla volta di Luna e Marte. Più in là di Neil e Buzz. “Verso l’infinito e oltre“, come dice Buzz Lightyear nella saga del famoso cartone “Toy Story“.

La partenza è prevista alle ore 18,28 dalla base russa di Baikonur, con l’ausilio della navetta Soyuz. Il suo viaggio nello spazio durerà ben 200 giorni. Parmitano è già entrato nella storia, dato che sarà il terzo europeo e il primo italiano al comando della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’obiettivo della missione spaziale, oltre a un’intensa attività di ricerca, con progetti di Esa (European Space Agency) e Asi (Agenzia spaziale italiana), sarà quello di riparare l’esperimento internazionale Ams (Alpha Magnetic Spectrometer).

Tale esperimento è installato dal 2011 all’esterno della Stazione Spaziale e il suo scopo è quello di andare in cerca di antimateria e di materia oscura nello spazio. Tanta Italia in mezzo a una missione così grande, dato che la nostra nazione, oltre ad avere un italiano al comando, contribuisce con la sua agenzia spaziale (Asi) e con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

L’astronauta catanese ha mostrato tutta la sua emozione per il lungo e spettacolare viaggio che gli aspetta attraverso un lungo e poetico post Facebook, nel quale scrive: “La mia mente è completamente sgombra, al contrario del cielo che mi sovrasta, trapunto di nuvole di un bianco abbagliante immerse nel blu immenso e senza tempo. Il calore del sole mi brucia pensieri e pelle, mentre corro fra i piccoli sentieri. Pochi mesi fa tutto era grigio come il ghiaccio, bianco come la neve, nero come terra arida; adesso invece sono circondato da alberi ricoperti di foglie e vita, e piccole mele ancora acerbe e verdi come gli occhi delle mie figlie. Il mio pianeta mi osserva e mi saluta, e io ringrazio in silenzio, nel silenzio dal quale sono avvolto. Il vento fra i cespugli e le fronde accompagna il ritmo dei miei passi. Sembrano fare troppo rumore e abbandono il sentiero per sentire sotto di me l’impatto, più soffice e attutito, della terra nuda. Passo tra due arbusti, spine e fiori che caparbi sopravvivono nonostante tutto, e d’improvviso mi ritrovo in una nuvola di farfalle arancioni che si sollevano in volo, incuriosite e per niente preoccupate dalla mia presenza aliena. Dozzine e dozzine, in un fluttuare senza suono, una danza di grazia e vita e colore. Mi accorgo che sto sorridendo: la Terra, a modo suo, abbraccia un figlio“.

Sembra ieri che le due figliolette di Parmitano piangevano nel giorno del saluto prima della quarantena, eppure oggi è il grande giorno, oltre che un grande giorno. Da Armstrong a Parmitano, lo spazio si tinge anche di verde, bianco e rosso, ma pure di Trinacria e Catania.

Immagine di repertorio