Applausi senza sosta per “SRL”, l’esilarante spettacolo di Quelli del Gatto Blu

Applausi senza sosta per “SRL”, l’esilarante spettacolo di Quelli del Gatto Blu

CATANIA – Si ride di gusto ed è impossibile non farlo con Gino Astorina, Luciano Messina, Nuccio Morabito e Francesca Agate protagonisti dell’applaudita pièce “SRL, Spettacolo a responsabilità limitata” rappresentata sul palco dell’Arena Adua. Oltre due ore di sano divertimento e riflessioni, nel ricordo di Paolo Borsellino, nel giorno del 27° anniversario dalla strage, e Andrea Camilleri scomparso in questi giorni.

Un atto unico diviso in tre momenti salienti: lo strampalato viaggio aereo in cui i tre uomini in preda ad una compagnia low coast si incontrano e scontrano con una hostess sopra le righe, interpretata da una straordinaria Francesca Agate che li bacchetta sfruttando la possibilità economica di Luciano Messina, favorendo Gino Astorina e lasciando a se stesso l’ipocondriaco Nuccio Morabito fino al punto di scappare con l’immaginario capitano Scalogna e lasciare il volo in balìa di se stesso.

Una sala d’attesa immaginaria paragonabile ad un possibile purgatorio in cui i tre protagonisti soggiogati da una dispettosa voce guida che gli ricorda tutte le “malefatte” come le multe non pagate di Luciano Messina o i monologhi eterni ed infiniti di Gino Astorina che come sottolineato da Nuccio Morabito strizzano l’occhio all’inefficienza delle Istituzioni catanesi e siciliane in genere, li condanna ad almeno altri vent’anni di cabaret forzato mescendo zibibbo all’infinito ai tanti spettatori che applaudono e ridono senza sosta; il terzo momento “La casa di riposo ad un passo dal paradiso” inciso su una lapide, in cui i tre ragazzacci del Gatto blu con tanto di “scialline”, berretti, e “cuttunate della nonna” fanno finta di essere completamente rimbambiti curati da una giovane e aitante Francesca Agate nelle vesti d’infermiera sexy che tra una battuta e un sorriso spiega come nel rapporto uomo donna basti un battito di ciglia per passare da amante a badante.

Spensierati e ricchi di romantica nostalgia i ricordi adolescenziali del capocomico Gino Astorina legati alla dualità di un ragazzino dell’Angelo Custode tra le lezioni di piano volute dalla mamma e le prese in giro dei compagni di strada che ironicamente chiamavano l’amico dicendo: “Sciopè scendi”.

Una piacevole e consolidata abitudine teatrale estiva in salsa catanese premiata da generosi e calorosi applausi da parte della gremita platea, occupata in ogni ordine di posto, catturata dalla magica bravura di quelli del “Gatto blu”.