Sea Watch 3, Carola Rackete chiarisce le motivazioni del suo gesto: “Temevo suicidi”

Sea Watch 3, Carola Rackete chiarisce le motivazioni del suo gesto: “Temevo suicidi”

LAMPEDUSA – “Siamo vicini a Carola, la nostra comandante. Da questa mattina, dopo aver condotto in porto le 42 persone, si trova agli arresti domiciliari a Lampedusa. La nostra capitana continuava a chiedere: sono sbarcate le persone? Non facciamo altro che pensare a lei.

È questo il pensiero della Sea Watch pubblicato su Twitter per esprimere solidarietà e vicinanza nei confronti di Carola Rackete, la “capitana” della nave con a bordo 42 migranti sbarcata nel porto di Lampedusa priva di autorizzazione.

Per questa ragione, Carola è stata arrestata. Il caso della Sea Watch 3 è diventato mediatico, tanto da scatenare l’ira di alcune persone, tanto da augurarle di essere stuprata.

La Rackete ha chiesto scusa per aver quasi investito la motovedetta della Guardia di Finanza e ha spiegato perché ha agito in questo modo.

Non è stato un atto di violenza, solo di disobbedienza, ma ho sbagliato la manovra”, ha dichiarato. La comandante temeva che i migranti, stremati e in crisi sulla nave, potessero suicidarsi o compiere altre azioni: “Avevo paura, la mia intenzione non era certo quella di scagliarmi contro i finanzieri”.

Le dichiarazioni sono state rilasciate in via eccezionale per chiarire le ragioni che hanno spinto Carola Rackete a compiere la manovra azzardata, visto che la 31enne non potrebbe fare alcuna intervista.