VIAGRANDE – Se c’è un’emergenza che, soprattutto in estate, arriva dritto al cuore della popolazione è sicuramente l’abbandono degli animali domestici. Morti di fame o sete, torturati e uccisi da criminali disumani o investiti: questa la terribile sorte di centinaia di povere creature.
È impossibile non essere stati testimoni almeno una volta nella vita di questo dramma, un’atrocità senza fine nonostante le tante attività di sensibilizzazione sul territorio.
I dati parlano chiaro: oltre 350 segnalazioni di abbandono in pochi giorni (30 maggio-2 giugno) all’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), 54 solo in Sicilia. E tale fenomeno lascia spazio a molti altri problemi di difficile risoluzione a esso collegati: casi di avvelenamento, animali vittime di “giochi” brutali e il tanto discusso randagismo.
Fortunatamente esistono degli “angeli” che fanno il possibile affinché gli animali senza casa trovino un rifugio sicuro. Non si tratta solo di volontari e specialisti, ma anche di sanitari dell’Asp, di Enti locali, comuni cittadini e di forze di polizia: la perfetta sinergia tra loro risulta essere l’unica garanzia di successo.
In base alla Legge 15/2000 e alle normative in vigore per contrastare il randagismo, compiti specifici spettano sia alle Aziende Sanitarie Provinciali sia ai Comuni.
Al “Servizio di Igiene Urbana Veterinaria e Lotta al Randagismo” dell’Asp spetta il compito di vigilare “sul rispetto dell’anagrafe canina come strumento utile a evitare l’abbandono degli animali da compagnia” e di effettuare controlli demografici e sanitari della popolazione canina e felina (anche attraverso le sterilizzazioni, obbligatoria per evitare cucciolate o colonie numerose di felini) e progettare interventi di educazione sanitaria alle popolazioni urbane, nonché ispezioni sul rispetto del benessere e sulle condizioni igieniche delle strutture addette.
I Comuni, invece, hanno come compito primario quello di munirsi di un canile, anche in convenzione con associazioni animaliste, e di provvedere alla “cattura dei cani vaganti con sistema indolore e senza ricorrere all’uso di tagliole, di bocconi avvelenati o di pungoli” (Art. 14) per poi affidarli a rifugi e sanitari.
“L’abbandono e il randagismo sono spesso l’uno causa dell’altro e i Comuni devono occuparsene. Ovviamente ogni Ente ha un suo modus operandi, ma fondamentalmente ogni Comune deve munirsi di un canile e farsi promotore di iniziative e protocolli per sensibilizzare i cittadini e dare loro direttive su come gestire il fenomeno”, spiegano il comandante della polizia locale di Viagrande (Catania), Ernesto Pulvirenti e l’esecutore amministrativo Roberta Scicali, che da anni si occupano con interesse del randagismo con la collaborazione dell’amministrazione e di alcune associazioni animaliste territoriali (come la Onlus “L’altra zampa”).
“I volontari ci aiutano a gestire le segnalazioni e a monitorare il problema e questo supporto è fondamentale. L’attenzione deve essere costante, l’attività è a 360°, giornaliera e ininterrotta: basta una negligenza temporanea per far ripartire l’emergenza”, spiega il dottor Pulvirenti.
Uno dei punti più complessi da discutere è quello del comportamento da tenere di fronte a un animale abbandonato o randagio. Anche in questo caso gli Enti locali hanno una responsabilità non indifferente, così come i singoli cittadini.
Nel Comune di Viagrande, nello specifico, lo scorso maggio è stata approvata un’ordinanza sindacale con diverse misure per il contrasto dell’emergenza: “I cittadini che danno cibo e acqua ai randagi devono essere monitorati e iscritti nell’apposito registro dei volontari accreditati per la collaborazione – spiega il comandante della polizia locale – In caso di animale abbandonato, è vietato tenerlo con sé o portarlo al comando. Bisogna segnalarne la presenza alle forze dell’ordine. Se il cane possiede un microchip, viene restituito. Altrimenti bisogna seguire una procedura precisa: microchippatura, sterilizzazione e re-immissione nel territorio. La soluzione estrema è quella del canile. I volontari collaborano tanto, occupandosi anche della rieducazione degli animali e delle adozioni“.
Naturalmente il problema del randagismo riguarda ogni singola persona. È per questo che alcuni Comuni, come Viagrande, promuovono anche attività di sensibilizzazione (presto anche negli istituti scolastici) e vigilano, con l’aiuto delle segnalazioni, sul benessere degli animali occupandosi dei casi di abuso e violenza e educando la comunità al rispetto delle creature viventi.
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