La rivincita dello sport femminile su cliché e pregiudizi: da Catania l’insegnamento che vale più di un trofeo

La rivincita dello sport femminile su cliché e pregiudizi: da Catania l’insegnamento che vale più di un trofeo

CATANIA – Sono stati necessari vent’anni alla Nazionale Italiana di Calcio Femminile per tornare a essere protagonista ai Mondiali, la massima competizione calcistica per Nazionali. Un intervallo di tempo pari a un’eternità se si pensa che i movimenti maschili e femminili hanno corso da sempre a velocità totalmente differenti, generando un solco in apparenza difficilmente colmabile.

Il professionismo, i grandi palcoscenici e gli enormi introiti da un lato, il dilettantismo e la mancata visibilità dall’altro come conseguenze di una società patriarcale e gelosa che ha soltanto concesso le briciole alle atlete dell’altro sesso.

Eppure, da qualche mese, l’interesse per il lato rosa di questo sport sembra essere finalmente germogliato a tal punto da meritarsi, seppur con colpevole ritardo, una presenza in prima serata sul piccolo schermo e le prime pagine dei quotidiani.

Qualcuno sembra essersi finalmente accorto di un movimento che richiede da anni la necessaria considerazione, senza il timore di doversi confrontare con gli orribili pregiudizi sessisti di chi, nel nostro Paese, continua ancora a considerare il pallone al femminile come un fenomeno momentaneo e di scarso valore.

Ed ecco che nel senso della posizione di Sara Gama, nella risolutezza di Elena Linari e nelle fugaci serpentine di Barbara Bonansea ritroviamo tutti i sacrifici di chi è abituato a correre il doppio sul rettangolo di gioco per meritarsi l’apprezzamento degli osservatori. Ma il ruolo della donna nel calcio, va evidenziato ai critici, non va considerato come un avvenimento occasionale, in particolar modo dalle nostre parti.

Negli anni ’70, quando le battaglie dei movimenti femministi portavano alla conquista di diritti oggi pienamente acquisiti, sul green dello stadio Angelo Massimino si festeggiava la conquista di uno scudetto storico da parte della Jolly Componibili fondata dal compianto Angelo Cutispoti. L’eredità calcistica di quel team è stata raccolta ai giorni nostri dall’ASD Femminile Catania, da poco promossa in Serie C e vincitrice della Coppa Italia Regionale in attesa di un pronto ritorno nelle categorie superiori.

Ma le affermazioni delle attività sportive femminili a Catania non riguardano soltanto il mondo del pallone. La recente affermazione in campionato dell’Ekipe Orizzonte Catania contro la SIS Roma ha permesso alla formazione di pallanuoto femminile di conquistare il ventesimo scudetto della sua storia a otto anni di distanza dall’ultima gioia e di catapultare nuovamente il capoluogo etneo nell’élite della competizione.

Nondimeno, la scelta del capoluogo etneo da parte della Federazione Italiana Pallavolo come sede delle gare di qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020 da parte della Nazionale Italiana Femminile di Volley della siciliana Miriam Sylla può essere interpretato come il simbolo del risveglio di una città che intende spezzare le catene dei preconcetti. D’altronde, l’unico modo valido per rompere un tabù rimane sempre quello di confrontarsi con esso.

Fonte immagine: Facebook – Nazionale Femminile di Calcio