Dissesto, crisi AMT e (possibili) speranze: a Catania è crisi piena. Bellavia: “Evitiamo scenari apocalittici”

Dissesto, crisi AMT e (possibili) speranze: a Catania è crisi piena. Bellavia: “Evitiamo scenari apocalittici”

CATANIA – Il servizio urbano catanese rischia la sospensione. Non è un’utopia, è un rischio concreto, che potrebbe diventare realtà a partire dal primo luglio di quest’anno (poco meno di un mese). Motivo? Assenza dei fondi necessari per rinnovare il contratto ad AMT (Azienda Metropolitana Trasporti). Uno scenario pericoloso, affrontato dal presidente dell’azienda, Giacomo Bellavia.

“È un rischio che aveva già esternato a inizio settimana il sindaco- afferma Bellavia– e che ovviamente io non posso che confermare”. Ad oggi, infatti, il Comune di Catania, titolare del servizio di trasporto urbano, non può rinnovare il contratto alla sua partecipata.

“Auspichiamo che le dichiarazioni di lunedì abbiano un seguito concreto a partire dal 17 giugno”. Un giorno fondamentale per il destino dell’AMT, in cui il Parlamento si riunirà per accogliere degli emendamenti- rientranti all’interno del Decreto Crescita– che potrebbero sbloccare la situazione precaria di molte città metropolitane.

La situazione catanese (esempio di un concetto molto più ampio) “si risolverà solo con il rinnovo del contratto”, afferma il presidente. L’approvazione degli emendamenti permetterebbe di sbloccare i fondi necessari per un “miglioramento generale dei servizi sociali offerti dalla città”.

Una reazione a catena, dunque, che ha come centro il governo nazionale e le sue decisioni. “Il rischio è che oggi 600 dipendenti vengano coinvolti in questa situazione. Qualora accadesse quello che noi tutti non vogliamo, si cercheranno delle soluzioni alternative. Auspichiamo- dice Bellavia, riferendosi a quanto scritto poco sopra– che il governo faccia la sua parte per evitare l’apertura di scenari apocalittici”.

Dalla riunione in Prefettura di inizio settimana, in cui era presente anche il sottosegretario Stefano Candiani, è emerso il fatto che il governo si muoverà verso una direzione che “consenta alle città metropolitane di sospendere il pagamento dei mutui e di avere un’anticipazione di tesoreria più alta”.

Qualora questo avvenisse, il Comune potrebbe impegnare risorse in maniera superiore e, quindi, le potrebbe destinare ai servizi essenziali per la cittadinanza. Naturalmente, a influire pesantemente sul rischio sospensione del trasporto urbano, è soprattutto il dissesto che affligge la città.

Prima del “periodo nero”, l’amministrazione poteva spendere sulla base della propria previsione d’incasso. Adesso, la nuove norme obbligano a effettuare la spesa solo con quanto si è realmente incassato. “La capacità di spesa dell’ente, negli ultimi anni, si è contratta notevolmente. Di conseguenza, se non verranno approvati gli interventi correttivi è difficile uscirne in tempi brevi”, dichiara Bellavia.

Condizioni simili a quella etnea sono state riscontrate anche in altre città italiane (Roma, Napoli e Bari, per fare alcuni esempi). “Spero che non si debba arrivare a misure drastiche- conclude il presidente-. Da qua a fine mese, la situazione deve essere risolta, perché al momento la città rischia la paralisi”.