RAGUSA – Emergono ulteriori dettagli sull’operazione denominata “Greenhouse” condotta dalla Procura della Repubblica di Catania su operato della polizia di Ragusa, che ha portato alla luce diversi episodi di prostituzione che hanno visto come vittima una bambina di appena 13 anni.
La Procura etnea ha infatti disposto il fermo di indiziato di delitto per una cittadina rumena, due italiani e due marocchini.
Nello specifico, la madre della 13enne è indagata per il reato di sfruttamento della prostituzione minorile e i quattro uomini sono coinvolti per atti sessuali con minore, rispondendo però del reato di violenza sessuale.
Secondo la ricostruzione della vicenda, la madre avrebbe costretto la figlia a prostituirsi per ricevere in cambio denaro o altre utilità. I rapporti sessuali sarebbero avvenuti negli impianti serricoli dove i suoi “carnefici” lavoravano come braccianti.
Secondo gli inquirenti, i colleghi di lavoro sarebbero stati a conoscenza delle violenze commesse ai danni della bambina, ma nessuno si sarebbe mai mosso per denunciare l’accaduto.
A un certo punto, però, la 13enne non sarebbe più riuscita a sopportare la situazione nella quale era costretta a vivere e si sarebbe dunque rivolta alle forze dell’ordine per interrompere le violenze.
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