PALERMO – Il 2 giugno si celebra in Italia la Festa della Repubblica in ricordo del referendum che nel 1946 decretò il passaggio dell’Italia da un sistema politico monarchico a uno repubblicano.
L’Italia era appena uscita dalla Seconda guerra mondiale e il voto si svolse tra le macerie dei bombardamenti alleati e quelle delle demolizioni dei nazisti in ritirata, con centinaia di migliaia di italiani ancora sparsi per i campi di prigionia, intere province sotto un governo militare straniero e un clima che sembrava vicino a quello di una guerra civile.
I risultati del referendum del 2 giugno vennero però resi noti solo giorno 18, quando la Corte di Cassazione proclamò ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana con 12 milioni e 718 mila voti a favore contro i circa 10 milioni e 718 mila cittadini che avevano invece votato la monarchia, mettendo così fine al Regno d’Italia che dal 1861 e per 85 anni, era stato guidato dalla famiglia reale dei Savoia.
A seguire l’1 luglio Enrico De Nicola venne nominato primo presidente della Repubblica Italiana, Alcide De Gasperi il primo presidente del Consiglio e l’1 gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione.
Ci sono state delle eccezioni in cui il 2 giugno non è stata celebrata la Festa della Repubblica: per molti anni, e per ragioni economiche, fu resa una “festa mobile” a causa della crisi economica e fatta ricorrere – dal 1977 – la prima domenica di giugno per non perdere un giorno lavorativo.
Nel 2000 il secondo governo Amato, su iniziativa del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ristabilì la data del 2 giugno, insieme alle celebrazioni ufficiali. Queste ultime prevedono l’alzabandiera solenne all’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto a Roma con la deposizione di una corona d’alloro da parte del Presidente della Repubblica alla presenza della massime cariche dello Stato, l’esecuzione dell’Inno di Mameli e il volo delle Frecce Tricolori nel cielo della capitale.
Immagine di repertorio
