Piano “perfetto” per furto in capannone con alcolici nel Catanese: arrestata banda di pregiudicati

Piano “perfetto” per furto in capannone con alcolici nel Catanese: arrestata banda di pregiudicati

CATANIA – La polizia di Stato ha arrestato Orazio Giovanni Signorelli, 61 anni, pregiudicato; Giuseppe Zappalà, 25 anni, pregiudicato in atto sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza; Santo Ravasco, 25 anni, pregiudicato, ai domiciliari; Rosario Puglisi, 28 anni, pregiudicato; Gioacchino Orazio Palazzolo, 27 anni, pregiudicato, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di tentato furto aggravato.

In alto (da sinistra a destra): Orazio Giovanni Signorelli, Giuseppe Zappalà, Rosario Puglisi, Gioacchino Orazio Palazzolo

Santo Ravasco è accusato anche di evasione e Giuseppe Zappalà dell’inosservanza degli obblighi inerenti la misura della sorveglianza speciale.

Nell’ambito delle attività investigative, condotte dalla Squadra Mobile catanese, la sera dello scorso 8 maggio si è appreso che Signorelli, soggetto con precedenti penali per reati contro il patrimonio, assieme a un gruppo di altri pregiudicati, avrebbe dovuto commettere un furto all’interno di un capannone in cui erano custoditi liquori e bevande alcoliche di varia natura, situato in località Carruba di Giarre.

Pertanto, al fine di impedire la consumazione del furto e cogliere in flagranza gli autori del reato, il personale della sezione Rapine e della sezione Contrasto al Crimine Diffuso, rimanendo in costante contatto radio, hanno predisposto un mirato servizio di osservazione che ha consentito di monitorare sia il perimetro dello stabilimento sia le possibili vie di fuga che gli autori avrebbero potuto percorrere per scappare.

Nel corso dell’osservazione, gli agenti hanno notato un’auto del 61enne con a bordo altri 4 soggetti sconosciuti, vestiti di scuro, con guanti e berretto e muniti di zaini. Scesi dalla vettura i passeggeri, il mezzo ha ripreso la marcia, allontanandosi.

Mentre gli agenti che controllavano l’ingresso del capannone osservavano i malviventi entrare all’interno, il restante personale impiegato ha scorto Signorelli mentre effettuava continui e ripetuti passaggi, per controllare la zona dal possibile arrivo delle forze dell’ordine.

Dopo alcune ore, in cui si sentivano provenire dall’interno rumori di flex e colpi di martello, è scattato il sistema di allarme dello stabilimento, che ha messo in fuga i malfattori. I quattro sono riusciti a dileguarsi nella fitta vegetazione antistante.

Nel frattempo, all’esterno del capannone, gli agenti continuavano il pedinamento a distanza della macchina guidata dal pregiudicato 61enne che, dopo diversi giri nella zona, si è fermato improvvisamente per poi ripartire a elevata velocità. Ritenendo possibile che la rapida sosta avesse consentito di caricare a bordo i 4 complici, gli agenti hanno deciso di proseguire il pedinamento del veicolo in questione.

Avuta conferma che era stato tentato un furto nel capannone, gli inquirenti hanno deciso di fermare il veicolo nel momento in cui aveva rallentato l’andatura di marcia.

Nell’occasione, gli agenti avevano modo di identificare Signorelli e i complici vestiti di scuro che, con guanti e berretto, avevano fatto ingresso nel capannone. I 5, fermati e sottoposti a perquisizione, sono stati trovati in possesso di svariati arnesi finalizzati allo scasso, di chiavi adulterine e cellulari utilizzati per mettersi in contatto tra loro (i cosiddetti “citofoni”).

A seguito dell’attività di polizia giudiziaria, il personale della Squadra Mobile ha constatato che Ravasco era sottoposto alla misura degli areresti domiciliari e che Zappalà risultava gravato dalla misura della sorveglianza speciale.

Secondo quanto accertato, il gruppo è stato dichiarato in arresto per tentato furto aggravato in concorso e Santo Ravasco anche per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. A Zappalà, inoltre, è stata contestata anche l’inosservanza delle prescrizioni derivanti dalla misura cui risultava sottoposto.

Su disposizione dell’autorità giudiziaria, a Signorelli, Ravasco, Puglisi e Palazzolo è stata applicata la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, mentre a Zappalà la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.