Vivere bio: tendenza o rivoluzione green?

Vivere bio: tendenza o rivoluzione green?

CATANIA – Da qualche anno ha preso piede una nuova tendenza: quella del vivere green. Sembra quasi che sia in atto una vera e propria rivoluzione, ma bisogna chiarire alcuni punti.

Al contrario di molte altre mode, questa è sicuramente sana, quindi, qualora ci fossero i presupposti per cambiare vita in senso green e bio, in maniera radicale saremmo tutti ben lieti di accoglierla.

A tal proposito è necessario fare alcuni chiarimenti: che cosa significa vivere bio? Innanzitutto si parla di modelli di economia sostenibili, di sistemi di produzione responsabili. Significa anche intraprendere delle scelte giornaliere, che abbiano un basso impatto ambientale. Queste decisioni partono dalle più banali, quelle giornaliere, fino a inglobarne di più ampie e importanti, andando oltre le decisioni del singolo cittadino.

Partendo dal mangiare alimenti di origine biologica, a chilometro zero e stagionali. Questo inciderebbe positivamente non solo sulla qualità del cibo che andremmo a mettere sulle nostre tavole, ma andrebbe incontro anche agli agricoltori locali e alle piccole e medie imprese. Ma è realmente così? Praticamente mangiare biologico ha un costo più elevato. Sembra allora che sia una moda di nicchia, che solo pochi possono permettersi.

Anche l’architettura e la bioedilizia vengono inglobate in questo vortice green, attraverso l’impiego di nuovi materiali ecosostenibili, di abitazioni e strutture a basso impatto ambientale, e di edifici energeticamente efficienti e a impatto contenuto.

Strettamente collegato alla bioediliza è il settore del turismo. Il turismo etico e rispettoso dell’ambiente si manifesta nella salvaguardia e nel rispetto del patrimonio naturalistico, ma anche nella promozione delle strutture ricettive che incidono positivamente sull’impatto ambientale. Ciò è possibile attraverso la razionalizzazione dell’acqua, l’abbattimento dei consumi energetici e la promozione della raccolta differenziata.

Cambiare modo di pensare e quindi di agire in una direzione sempre più green è possibile e giusto, ma siamo sicuri che questa volta la rivoluzione debba partire dal basso? Le scelte intraprese dai singoli cittadini perdono di significato se mancano le infrastrutture e soprattutto delle leggi che supportino tali decisioni.

La raccolta differenziata è una grande gesto di civiltà, ma se dietro a questo non c’è una struttura per lo smaltimento e riciclo dei rifiuti messa in piedi dai legislatori, il cittadino da solo, serve a poco.

La produzione biologica sana aiuta le piccole e medie imprese, valorizzando i prodotti tipici dei territori e la loro stagionalità, ma affinché un piccolo imprenditore scelga questo modo di produrre ha bisogno di incentivi che lo aiutino a sostenere i costi di produzione per questo tipo di attività.