La stretta di mano tra mafia e istituzioni: un carabiniere favoriva il clan, la mano pesante dei Tuppi

La stretta di mano tra mafia e istituzioni: un carabiniere favoriva il clan, la mano pesante dei Tuppi

MOTTA SANT’ANASTASIA – Un’egemonia incontrastata sui territori di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia (Catania), attraverso estorsioni, furti e infiltrazioni politiche. Questo è quello che il clan dei Tuppi è riuscito a fare, traendo numerosi benefici. A scoperchiare il vaso di Pandora il collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro.

Grazie alle sue dichiarazioni sono scattate le indagini ed è stato possibile individuare in Daniele Distefano e nel suo braccio destro, Filippo Buzza, i “burattinai” della macchina criminale.

I due sono accusati di furti di veicoli a danno di aziende catanesi ed ennesi, fino ad arrivare in Calabria, finalizzati a richieste estorsive nei confronti delle vittime per il cosiddetto “cavallo di ritorno”, ossia la restituzione dei mezzi. Una delle vittime di quest’ultimo fenomeno è un imprenditore agricolo.

Dopo tre giorni dal furto, se nessuno avesse fatto richiesta di restituzione, il veicolo veniva venduto attraverso il metodo citofonico. Più precisamente, venivano utilizzate delle SIM intestate a extracomunitari dell’Est europeo per mettersi in contatto con gli ipotetici acquirenti e trasmettere le foto tramite Whatsapp.

Non solo, la presenza di Distefano e Buzza sul territorio è marcata dalla loro infiltrazione nelle istituzioni: un carabiniere, Gianfranco Carpino, della stazione di Motta Sant’Anastasia agevolava i due nella programmazione di reati fornendo informazioni sulle attività del proprio ufficio.

In particolare, da gennaio ad aprile del 2017, in cambio di un rientro economico, il militare ha svelato persino le modalità su come sottrarsi alle attività di controllo.

L’uomo dell’Arma è stato indagato per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio con l’aggravante di favorire e agevolare il sodalizio mafioso in questione.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il sodalizio ha svelato l’identità di terzi aventi debiti nei loro confronti: una rinomata macelleria di Piano Tavola, il cui gestore era sottoposto a usura ed estorsione ed è stato costretto a fuggire a Malta; il Night Red Lips, locale di intrattenimento mascherato da associazione culturale.

Immagine di repertorio