Estorsioni, rapine, furti e droga: nel mirino Giovanni e Giuseppe Bronte. Confiscati beni di padre e figlio

Estorsioni, rapine, furti e droga: nel mirino Giovanni e Giuseppe Bronte. Confiscati beni di padre e figlio

PALERMO – La polizia di Stato ha dato esecuzione ad un decreto emesso dal tribunale di Palermo, sezione misure di prevenzione, con il quale è stato disposto nei confronti del 42enne Giovanni Bronte e del 24enne Giuseppe Bronte – rispettivamente padre e figlio -, la confisca di beni, già oggetto di sequestro nel 2016 su proposta del Questore di Palermo, per un valore di oltre 60mila euro consistenti in un’auto, in un motociclo, nonché nella somma di denaro contante di oltre 30mila euro.

Giovanni Bronte, soggetto che risulta abitualmente dedito ad attività delittuose e che annovera precedenti penali per i reati di furto, estorsione, rapina e, soprattutto, nel settore della produzione e del traffico di sostanze stupefacenti, è stato già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale della polizia di Stato con obbligo di soggiorno nel Comune di Palermo, nel 2006 e nel 2015.

Il figlio Giuseppe, nonostante la giovane età, risulta gravato da numerosissimi pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio e la persona; in particolare si è distinto come soggetto stabilmente e professionalmente inserito nel settore della produzione e del traffico di sostanze stupefacenti; il 12 luglio 2016 è stato arrestato dalla polizia per il reato di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, insieme ad altri soggetti, nell’ambito dell’operazione Tiro Mancino della squadra mobile di Palermo, che ha permesso di disarticolare una vasta organizzazione criminale dedita all’importazione, principalmente attraverso il canale campano, di sostanze stupefacenti come cocaina, eroina, marijuana e hashish, destinate a essere poi smerciate sui mercati Palermitano, Trapanese e Agrigentino

Il 30 novembre del 2018 Giuseppe Bronte è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nel contesto di un’altra operazione condotta sempre dalla squadra mobile di Palermo, denominata Lampedusa, attraverso cui è stato accertato il suo ruolo di  promotore e organizzatore nell’ambito di un’organizzazione dedita al traffico di droga.

Le indagini patrimoniali condotte dall’ufficio misure di prevenzione della divisione anticrimine della Questura di Palermo hanno dimostrato come sia padre che figlio non disponessero di entrate lecite e idonee per l’acquisto dei beni oggetto dell’odierno provvedimento di confisca del tribunale di Palermo, ritenuti pertanto frutto evidente delle di loro attività delittuose.

Con il medesimo provvedimento il tribunale di Palermo ha applicato, inoltre, a Giuseppe Bronte la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale della polizia di Stato con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di due anni e sei mesi.