“Ode del 5 maggio”, la grandezza che svanisce e l’importanza di ricordare

“Ode del 5 maggio”, la grandezza che svanisce e l’importanza di ricordare

“Ei fu. Siccome immobile…”: inizia in questo modo il celeberrimo componimento di Alessandro Manzoni, scritto nel 1821 in onore di Napoleone Bonaparte, politico e generale francese.

Che come lui non esisterà mai più nessuno, questo ha voluto scrivere Manzoni, che mai più uomini come lui calpesteranno questa terra, perché Napoleone rappresentava il potere, la gloria, la fede.

“Dall’Alpi alle Piramidi/Dal Manzanarre al Reno..” dalla Sicilia, il Mediterraneo, all’Atlantico, i suoi rapidissimi pensieri non arrivavano a concludersi, perché subito si materializzavano in azioni.

Il titolo dell’Ode si ispira al giorno della morte di Bonaparte, avvenuta durante il suo esilio nell’isola di Sant’Elena.

Un’idea ciclica della storia che si ripete man mano che gli anni si susseguono: questa era la concezione manzoniana della storia, fedelmente riportata nei suoi romanzi e nelle sue composizioni.

L’Ode del 5 maggio celebra la grandezza che svanisce, che diventa minuscola quando il glorioso combattente rimane prigioniero all’interno dell’isola.

Manzoni, in una prima parte dell’opera, ha descritto “il rapato” (questo un suo storico soprannome), presentandolo al lettore come un uomo che ha in mano il destino, un uomo importante quasi quanto un dio, ma pur sempre un uomo “umano”, dunque destinato alla morte.

L’autore ha impiegato ben tre giorni per scrivere l’Ode e al suo interno ha messo in risalto le gesta del condottiero, dai vent’anni di campagne, al suo ruolo di imperatore.

Nonostante la bassa statura – per la quale infatti gli fu affidato un secondo soprannome, “Il piccolo caporale”– la grandezza del condottiero è immensa e rimarrà eterna: è questo il reale motivo per cui Manzoni, il giorno della morte di ques’ultimo, decide di dare voce ai suoi pensieri a riguardo.

Questo il motivo, inoltre, per il quale al giorno d’oggi siamo ancora “in dovere” di ricordare il nome di Napoleone e la sua grandezza, il tutto grazie alle eterne parole di Alessandro Manzoni.