Palermo, il pareggio contro il Livorno impedisce ai rosanero di essere padroni del proprio destino

Palermo, il pareggio contro il Livorno impedisce ai rosanero di essere padroni del proprio destino

PALERMO – Il pareggio, con il quale si è chiusa ieri pomeriggio la partita che il Palermo ha disputato all’Armando Picchi contro il Livorno, impedisce ai rosanero di essere padroni del proprio destino. D’ora in poi, se il Lecce dovesse vincere tutte le partite, la matematica darà ragione ai pugliesi e non lascerà speranza di promozione diretta agli uomini di Delio Rossi.

Ieri è sembrato di assistere ad uno spettacolo già visto tante volte in questo campionato: al cospetto di squadre sulla carta inferiori per organico e radicate nei bassifondi della classifica, ma con una forte carica agonistica, il Palermo va in bambola. Magari passa per primo in vantaggio, ma poi si fa raggiungere e rischia di perdere la partita o, addirittura, la perde.

A Livorno, ha rischiato di perdere dopo essere passato in vantaggio al 41° minuto del primo tempo, per un rigore segnato da Nestorovski per un fallo su Falletti.

Il Livorno ha pareggiato con una prodezza da oltre trenta metri di Diamanti al 73° con la complicità di Brignoli, un’altra volta sorpreso troppo lontano dalla porta, per poi ribaltare il risultato con Raicevic all’82° con la difesa rosa immobile spettatrice. Fortuna ha voluto che Trajkovski, subentrato all’83° a Fiordilino, all’89° sia riuscito ad evitare una sconfitta che poteva essere devastante per la classifica e per il morale.

Ma ieri il pomeriggio dei tifosi rosanero è stato reso amaro anche dall’arbitraggio.

Di Paolo ha fischiato a senso unico nel secondo tempo a favore degli uomini di Breda. Si è avuta netta la sensazione che il direttore di gara, avuto sentore di aver concesso con troppa generosità nel primo tempo il rigore al Palermo, abbia cercato di rimediare al presunto errore negando dapprima al 55° un altro rigore ai rosa, ancora più netto del primo, ammonendo Jajalo senza motivo e nei contrasti dando sempre ragione agli amaranto.

Non ha sbagliato, però, l’arbitro nel punire con il rosso diretto un’entrata da dietro a dir poco scellerata di Bellusci, recidivo in queste situazioni, che ha costretto i siciliani in 10 negli ultimi minuti di gioco regolamentare e nel lunghissimo recupero.

Per il resto, c’è da apprezzare l’impegno di tutti gli uomini di Delio Rossi, Moreo e Fiordilino su tutti, che, pur con gli evidenti limiti tecnici e caratteriali che non si possono sottacere, non si sono risparmiati e sono usciti dal campo stremati.

Come stremato è uscito dal terreno di gioco Diamanti, l’ex di turno, autore di una partita di forte personalità, pur se condita con troppe proteste e con troppe cadute plateali ad ogni contatto di gioco. Delio Rossi, e non poteva essere altrimenti, non ha compiuto il miracolo. La squadra ha patito gli stessi problemi tante volte visti durante la gestione Stellone.

Ma, anche se la rabbia è tanta per l’ennesima occasione sprecata, nulla è perduto: i tifosi rosanero confidano che stasera “genio” Corini dia loro una mano fermando il Lecce e poi si vedrà.