“Cinque giorni di ritardo nello stipendio”, dipendenti One Emergenza in protesta: ecco come stanno le cose

“Cinque giorni di ritardo nello stipendio”, dipendenti One Emergenza in protesta: ecco come stanno le cose

CATANIA – Arriva direttamente dall’ufficio stampa della One Emergenza, una nota di rettifica che vi pubblichiamo integralmente e che spiega, nel dettaglio e con chiarezza, quanto accaduto nelle scorse ore in piazza Santa Maria di Gesù, a Catania.

“I nove dipendenti che due giorni fa sono saliti per protesta sul tetto del presidio sanitario Garibaldi, in piazza Santa Maria del Gesù, hanno fatto delle dichiarazioni destituite di ogni fondamento utilizzando pretestuosamente un ritardo nel pagamento del solo stipendio del mese di marzo 2019 di soli cinque giorni, inscenando una protesta macroscopica in danno dell’intera collettività.

Un ritardo generato da problemi amministrativi, peraltro annunciato preventivamente a tutti i 60 dipendenti che da anni lavorano nella nostra cooperativa anche a servizio dell’appalto di trasporto infermi interospedaliero dell’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione Garibaldi di Catania.

Parliamo di trasferimenti che spesso avvengono in ‘urgenza’ attraverso mezzi di trasporto (Centri mobili di rianimazione) ‘dedicati’, di pazienti obbligati dal loro stato di salute ‘grave’ a raggiungere alcuni reparti di alta diagnostica per avere assicurate le cure del caso.

Mentre è vero che la sospensione – in via cautelativa – è stata una scelta obbligata, derivata dal comportamento irrituale e dannoso messo in atto dai 9 dipendenti che hanno iniziato a rallentare i servizi, creando danni, disagi, paure e irritazione sia ai pazienti che ai medici che lavorano per la stazione appaltante.

Infatti è stata proprio l’Azienda ospedaliera a richiamare ufficialmente la One Emergenza con due note, chiedendo di ricondurre a normalità il servizio ricordando come le pretese richieste economiche non possono essere presentate in maniera estemporanea dai singoli lavoratori dipendenti. Invitandoci a ‘ripristinare l’immediata regolarità del servizio’ anche in considerazione delle festività in corso.

Ci corre l’obbligo ricordare ai giornalisti ed ai sindacati, così come a tutti i nostri dipendenti al momento sottoposti a procedimento disciplinare, che lavorano per una cooperativa che deve ‘per contratto’ garantire un servizio pubblico, spesso in emergenza, motivo per cui non è ammessa in alcun modo una defezione improvvisa, una sospensione o un rallentamento del servizio che possa danneggiare la salute dei pazienti, la reputazione degli ospedali in cui sono ricoverati, e quella della nostra azienda che deve garantire il servizio!

Grave è stato poi cercare – a nostro avviso – di strumentalizzare la questione del ritardo del pagamento di uno stipendio, salendo su un tetto di un ospedale, e mescolando di fatto, questioni che attendono di essere dibattute nelle rispettive sedi di giudizio, dinanzi al Tribunale del Lavoro di Catania.

L’aver suggerito una strategia di protesta di siffatta natura denota la gravità con cui si affrontano problematiche lavorative che nulla hanno a che vedere con il pagamento degli stipendi ma che pretestuosamente sono state utilizzate solo per creare ‘panico’ tra i vari operatori sanitari, dunque procurando un allarme totalmente infondato, di cui le organizzazioni sindacali coinvolte saranno chiamate a rispondere assieme a quei dipendenti che hanno voluto pretestuosamente ingigantire una questione molto piccola. Tutto mentre migliaia di persone non hanno un posto di lavoro e spesso neanche la possibilità di accesso alle cure.

In ogni caso tuteleremo in tutte le sedi competenti, sia civili che penali, la nostra immagine a garanzia del delicato servizio che gli Enti pubblici ci hanno finora affidato, senza alcuna contestazione circa la correttezza del nostro operato”.