Condivisione di informazioni sensibili su Messina Denaro: interrogati i due militari coinvolti

Condivisione di informazioni sensibili su Messina Denaro: interrogati i due militari coinvolti

PALERMO – A.M.Z. e G.B., i due militari dell’Arma accusati di aver condiviso informazioni sensibili sul boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro, sono stati interrogati questa mattina davanti al giudice per le indagini preliminari di Palermo.

La terza “talpa” arrestata, A.V., ex sindaco di Castelvetrano (in provincia di Trapani) e attualmente indagato per favoreggiamento alla mafia, invece, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.

Secondo l’accusa, G.B. si sarebbe introdotto illegalmente nel sistema informatico del computer dove era stata salvata la trascrizione di una conversazione tra due indagati che discutevano forse in merito a un possibile nascondiglio del mafioso latitante e l’avrebbe inviata ad A.M.Z., in servizio alla Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta.

Il secondo carabiniere, poi, l’avrebbe fatta arrivare via email all’ex primo cittadino del Comune del Trapanese e, tramite lui, il file sensibile sarebbe arrivato al boss Vincenzo Santangelo.

Nella versione fornita al giudice per le indagini preliminari, G.B. avrebbe ammesso di aver consegnato una foto della trascrizione al collega, che al tempo era suo superiore, su sua richiesta. Quest’ultimo, dal canto suo, avrebbe dichiarato di essere stato delegato alle inchieste sulle stragi di mafia del 1992, che vedevano protagonista proprio Matteo Messina Denaro.

La giustificazione fornita dall’ex impiegato della Dia di Caltanissetta, però, non avrebbe convinto gli inquirenti in quanto il militare non avrebbe avuto alcuna autorizzazione a compiere ricerche personali sul noto esponente di Cosa Nostra.

Fonte immagini: Facebook